Disabile vive senza corrente, per riscaldarsi accende la carta e scoppia un incendio: la storia a Cassino

Disabile vive senza corrente, per riscaldarsi accende la carta e scoppia un incendio: la storia a Cassino
di Vincenzo Caramadre
Martedì 15 Febbraio 2022, 06:20 - Ultimo agg. 09:11
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Vive in una casa al freddo e senza corrente, per riscaldarsi accende dei giornali, ma scoppia un incendio. Il rogo c’è stato in una palazzina di Cassino, dove l’intervento dei vigili del fuoco ha fatto venire alla luce una storia di malattia, ma soprattutto di solitudine e disperazione. È quella di un uomo che, per problemi psichici, si è isolato sempre più fino a vivere in un mondo tutto suo. 

C’è stato un atto d’inabilità legale, e con decisione del Tribunale è stato affidato al padre che, però, è detenuto e quindi non può prendersi cura di lui.

Ma non l’ha dimenticato, perché tramite il Tribunale di Sorveglianza ha scritto al Comune di Cassino per attivare i servizi sociali.

L’incendio

Ma partiamo dai fatti. Domenica sera intorno alle 22 i vigili del fuoco della Città Martire ricevono una richiesta d’intervento per un principio d’incendio in un’abitazione di via Spaventa, a due passi dal centro di Cassino. Quando la squadra di pompieri arriva nell’abitazione trova un uomo impaurito che vive al buio. Una caso umano, per cui domate le fiamme vengono avvertiti i carabinieri e il Comune. Ma ben presto si scopre che, in realtà, le vicissitudini di salute dell’uomo sono ben note a tutti i livelli. 
All’indomani dell’incendio anche la sua famiglia, il padre in particolare, ha chiesto aiuto. A parlare è stato l’avvocato Antonio D’Alessandro, difensore storico del padre, il quale ha spiegato nei dettagli la vicenda.

L’appello

«Questa persona malata- ha detto l’avvocato D’Alessandro -, figlio del mio assistito, è stata dichiarata inabilitata con sentenza del Tribunale di Cassino del 28 aprile 2003 con nomina a suo Curatore del padre. Questi, purtroppo, è in regime di detenzione dal 29 gennaio 2020. Sul caso si è pronunciato il Tribunale di Sorveglianza di Roma che, con ordinanza del 23 giugno 2020, ha invitato il Comune di Cassino ad attivare i Servizi sociali territoriali per la presa in carico del povero figlio, rimasto privo di tutela. Con successiva ordinanza, del 9 dicembre 2020, il Tribunale di Sorveglianza di Roma ha disposto per il padre la detenzione domiciliare presso una Rsa di Piedimonte San Germano. Tanto considerato è giunto il momento di intervenire a tutela di un soggetto debole e sono certo che lo Stato farà il suo giusto intervento», ha concluso il legale.

A questo punto c’è da chiedersi: i Servizi sociali sono intervenuti? «L’uomo - ha detto l’assessore ai Servizi sociali del Comune, Luigi Maccaro – è in carico presso i nostri uffici per le esigenze materiali. Il problema è l’aspetto terapeutico. Per questo già nella giornata di domani (oggi, ndr), contatterò il Centro di salute mentale dell’Asl per una valutazione congiunta al fine di trovare il giusto supporto». 

A quanto pare in Municipio ci sarebbe un corposo fascicolo sul caso. «In queste ore abbiamo rivisto il fascicolo – ha aggiunto il sindaco Enzo Salera – e abbiamo scoperto che nel corso degli anni più volte erano stati chiesti interventi agli uffici Asl di competenza, ora insieme all’assessore Maccaro ci faremo carico di un tavolo collettivo di valutazione».

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