Omicidio Mollicone, il racconto in aula della cugina: «Qualcosa turbava Serena»

Omicidio Mollicone, il racconto in aula della cugina: «Qualcosa turbava Serena»
di Vincenzo Caramadre
Sabato 25 Settembre 2021, 09:00 - Ultimo agg. 26 Settembre, 08:28
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I timori, le paure, ma anche la grande generosità di Serena Mollicone. Gli ultimi giorni di vita e le sensazioni di chi le voleva bene, come la cugina Alessandra Fraioli che ieri è stata ascoltata nel processo per l'omicidio di Arce. Nell'aula di corte d'assise del Tribunale di Cassino è ripreso il processo con un'udienza fiume di otto ore, nel corso della quale sono stati vissuti momenti ad alto impatto emotivo. Non è mancato il confronto serrato tra i pm e gli avvocati delle difese.

L'incontro alla festa di Sant'Eleuterio

«La sera del 29 maggio (due giorni prima dell'omicidio, ndr), incontrai Serena alla festa di Sant'Eleuterio, era seduta su un muretto. Era preoccupata, era da sola. Qualcosa la turbava, ma non ho mai immaginato la ragione», ha detto la Alessandra Fraioli. «Serena era socievole, altruista, si fidava di tutti», ha aggiunto. La difesa della famiglia Mottola, però, tramite l'avvocato Francesco Germani ha contestato alla donna il fatto di aver detto solo ora, dopo vent'anni, questa circostanza.
Buona parte dell'udienza è stata dedicata, nella fase iniziale, ai movimenti e gli incontri, ma anche ai contatti che Marco Mottola ha avuto la mattina del primo giugno 2001, giorno dell'omicidio di Serena Mollicone.

Quella mattina ai giardinetti

Sul banco dei testimoni è salita, Elisa Santopadre, amica di Marco e Serena. «Quella mattina - ha detto la Santopadre - insieme a due amiche, intorno alle 11, mi recai ai giardinetti di Arce, nei pressi della statua di Padre Pio. Le mie amiche, poco dopo, andarono via e rimasi a chiacchierare con un altro nostro amico di nome Claudio. Intorno alle 11.45 circa arrivò Marco Mottola insieme a Davide Bove.

Dopo un po', però, andai via». Il pm Siravo ha contestato alla teste le indicazioni sull'orario, avendo la donna dichiarato in un precedente interrogatorio che Marco era arrivato intorno alle 12.15. Alla fine, però, la teste ha confermato la sostanza: di aver visto Marco in piazza ad Arce la mattina del primo giugno.

Racconto che concorda con quello reso nella precedente udienza da Davide Bove, amico di Marco Mottola. La circostanza della presenza di Marco in piazza è stata molto dibattuta, ed assumerà nella fase conclusionale, una particolare rilevanza perché, secondo l'accusa nella tarda mattinata dello stesso giorno Serena è entrata nell'alloggio del maresciallo Mottola e li sarebbe stata uccisa.

Gli altri testimoni

Rilevante è stata anche la testimonianza di Laura Ricci, ex fidanzatina di Marco Mottola. Quest'ultimo la chiamò e le disse che era stato ascoltato dalla polizia e aveva riferito che la mattina della scomparsa di Serena, non si ricordava i suoi movimenti, ma che sicuramente si trovavano insieme al bar Della Valle. Ricci ieri ha però chiarito: «Non potevo essere al bar Della Valle, semplicemente perché ero a scuola», e la Procura ha prodotto il certificato di presenza a scuola.

Un altro testimone, Giuseppe D'Ammassa, ha negato di aver visto litigare Marco e Serena.

Le conversazioni di Tuzi

Ascoltato il perito fonico che ha trascritto le intercettazioni che riguardano Santino Tuzi e qui l'attenzione è stata focalizzata su una parte della registrazione che mancherebbe sin dall'origine, contestualmente è stato nominato il perito che dovrà tradurre sette conversazioni, per un totale di 22 minuti, di Tuzi in dialetto ciociaro. La prossima udienza ci sarà il primo ottobre quando saranno ascoltati gli ultimi testi della cerchia di amici e poi toccherà al maresciallo Gaetano Evangelista.
 

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