Espulsione di Alua e della mamma, interrogata per 4 ore la Shalabayeva

Espulsione di Alua e della mamma, interrogata per 4 ore la Shalabayeva
Giovedì 30 Gennaio 2014, 20:49 - Ultimo agg. 1 Febbraio, 08:09
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Ha ricostruito tutte le tappe della sua espulsione dall'Italia, i patemi che hanno scandito il suo soggiorno in Kazakistan ed il sollievo provato alla notizia della revoca della procedura di espulsione Alma Shalabayeva, la moglie dissidente Mukhar Ablyazov, attualmente detenuto a Parigi ed in attesa di estradizione, nell'interrogatorio di quattro ore e mezzo alla quale è stata sottoposta oggi pomeriggio in procura, davanti al pm Eugenio Albamonte. Sorridente, ma stanca, dopo l'atto istruttorio, tenutosi alla presenza di un interprete e dei suoi difensori, Riccardo Olivo e Astolfo Di Amato, in quanto indagata per il possesso di un passaporto ritenuto falso, la Shalabayeva non è entrata nel merito dell'interrogatorio.



Se ne saprà, probabilmente, di più domani in una conferenza stampa convocata per le 12. Prima di entrare nell'ufficio del magistrato, la donna, al momento residente in Svizzera, alla domanda se intende rientrare in Italia aveva risposto: «vedremo, non so, stiamo valutando la situazione». Nessuna ricognizione fotografica dei personaggi che si occuparono della sua espulsione, a partire dal prelievo di lei e della figlia Alua di sei anni nella villa di Casalpalocco, ha scandito l'interrogatorio. Nessuna conferma da parte degli avvocati neanche sul deposito di un'ulteriore documentazione relativa alla falsità del passaporto contestata all'indagata. Per le presunte irregolarità legate all'espulsione di Alma Shalabayeva sono indagati per sequestro di persona l'ambasciatore del Kazakistan in Italia, Andrian Yelemessov, il consigliere per gli affari politici, Nurlan Khassen, e l'addetto agli affari consolari, Yerzhan Yessirkepov. Partita dal Kazakistan il 27 dicembre scorso dopo l'annullamento del decreto di espulsione da parte del Governo italiano ed arrivata a Roma, prima del trasferimento in Svizzera, Shalabayeva, nel ringraziare l'Italia ed il suo popolo per la vicinanza manifestata a lei ed alla sua famiglia, disse di aver temuto, in patria, per «la sua vita». Sottolineò che «il Kazakistan ha rapito me e mia figlia a causa di mio marito. Ed è sempre per mio marito che ci hanno consentito di andare via. Sperano che il fatto di mostrarsi civili li aiuterà ad ottenere l'estradizione di mio marito dalla Francia, ma in ogni caso non avrebbero mai preso una decisione del genere se non ci fossero stati mass media indipendenti che hanno detto la verità su quanto mi è accaduto»




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