Berlusconi decaduto, Letta rilancia: verifica e nuovo patto

Berlusconi decaduto, Letta rilancia: verifica e nuovo patto
di Alberto Gentili
Giovedì 28 Novembre 2013, 08:04 - Ultimo agg. 13:23
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Enrico Letta rilancia. Subito dopo l’8 dicembre, appena Matteo Renzi sar stato eletto segretario del Pd, il premier battezzer un ”Nuovo patto di coalizione”. E mercoledì 11, in occasione del discorso alla Camera sul semestre di presidenza dell’Unione europea, potrebbe mettere nero su bianco il ”percorso programmatico”. Dove ci saranno le riforme istituzionali, «le uniche capaci di tenerci tutti insieme» e nuove misure per consolidare la ripresa economica e la lotta alla disoccupazione. «Sono convinto che il confronto con Renzi sarà positivo, ci incontreremo già il giorno dopo le primarie», incrocia le dita il premier.

Nel giorno della cacciata di Silvio Berlusconi dal Parlamento, delle donne di Forza Italia vestite a lutto, Letta festeggia la fiducia incassata nella notte. Alle 11,30 convoca una conferenza stampa a palazzo Chigi per celebrare la «nuova maggioranza». «Questa notte», esordisce il premier con il garbato piglio del contabile, «abbiamo avuto 171 voti, più di quanti ne aveva l’ultimo governo Berlusconi che in una sola occasione nel 2008 ha raggiunto quota 173. Lo dico perché ho visto che si comincia a dire che abbiamo numeri risicati. I numeri sono giusti e ci danno forza, forza che userò per fare le riforme».

COALIZIONE PIÙ OMOGENEA
Ma non è solo una questione di ”peso” parlamentare. Letta si sente più forte perché con l’uscita di Forza Italia dalla maggioranza «c’è più coesione e unità, gli scarti e gli scontri mi pare siano alle nostre spalle. Ora possiamo andare avanti fino al 2015, visto che l’orizzonte temporale del governo non cambia e resta quello del voto di fiducia del 29 aprile». Nessun commento su Berlusconi. Neanche una parola di Letta sulla decadenza. «In questi sette mesi non ne ho mai parlato e ho mantenuto una linea di netta separazione» tra il governo e le vicende giudiziarie del Cavaliere, «e non cambio adesso». Qualcosa in più la dice Paola De Micheli, lettiana doc e vicepresidente del gruppo del Pd: «Enrico e il nostro partito hanno costruito le condizioni perché la legislatura durasse e quindi la decadenza avvenisse. Questo è un segno di forza politica indiscutibile. Varata la legge di stabilità e celebrato il congresso del Pd, il governo potrà rilanciare la sua azione». Per farlo, Letta vuole tenersi la squadra che ha.

Almeno per ora, almeno fino all’elezioni di Renzi. Ma vuole subito depurarla dalla zavorra di Forza Italia. Così boccia momentaneamente il rimpasto: «Il tema al momento non si pone, la squadra continua a lavorare così com’è». Così licenzia i cinque-sei esponenti rimasti fedeli a Berlusconi: «Mi aspetto decisioni conseguenti da parte dei componenti del governo che hanno scelto FI, una forza che ieri notte non ha votato la fiducia». Discorso che non vale per il viceministro alla Comunicazioni, Antonio Catricalà: è un tecnico. Letta traccia una sorta di road map per quella che appare una vera e propria verifica prima di siglare il ”Nuovo patto di coalizione”. «Dopo l’8 dicembre», spiega, «avvierò un giro di consultazioni e insieme stabiliremo il percorso per ottenere una maggiore collegialità».

Il premier, per rintuzzare la propaganda forzista volta a mettere in difficoltà Angelino Alfano («è nato un governo di centrosinistra», ha detto il Cavaliere) tiene a sottolineare che non è avvenuta alcuna metamorfosi: «Non c’è alcuna fine delle larghe intese, la nostra resta una maggioranza di forze diverse che alle elezioni erano avversarie. Siamo una Grande coalizione come in Germania, Austria, Finlandia, nata per fronteggiare una situazione assolutamente straordinaria e per fare le riforme di cui il Paese ha bisogno».
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