Costringevano ragazze a pagare per abortire: arrestati due medici

Costringevano ragazze a pagare per abortire: arrestati due medici
Venerdì 11 Luglio 2014, 12:25 - Ultimo agg. 12:26
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FOGGIA - Due medici di Cerignola, in provincia di Foggia, sono stati arrestati con l'accusa di aver costretto delle pazienti a pagare 100 euro per poter abortire.



Avrebbero costretto, mediante minaccia implicita, alcune giovani donne recatesi in ospedale per compiere l'interruzione volontaria della gravidanza, come previsto, entro i primi novanta giorni dal suo inizio, a versare loro somme di denaro in contanti, subordinando al pagamento del denaro richiesto (in genere 100 euro che i due indagati si sarebbero divisi a metà) l'effettuazione tempestiva dell'aborto, il cui costo è a carico del servizio sanitario nazionale.



I carabinieri della Compagnia di Cerignola, in provincia di Foggia, hanno eseguito una ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari, emessa dal gip del Tribunale del capoluogo dauno, su richiesta della Procura della Repubblica. L'accusa è di concussione continuata in concorso. Si tratta di Osvaldo Battarino, 56 anni, dirigente medico responsabile del servizio interruzioni di gravidanza dell'ospedale 'Tatarella', e di Giuseppe Belpiede, 62, direttore dell'unità di anestesia e rianimazione della stessa struttura, entrambi di Cerignola.



LE INDAGINI L'indagine ha avuto inizio alla fine del 2013 quando un uomo ha denunciato ai carabinieri di Cerignola il dottor Battarino, unico medico in servizio nell'unità di ginecologia ed ostetricia dell'Ospedale di Cerignola a non aver fatto obiezione di coscienza all'esecuzione degli aborti. Il professionista avrebbe preteso il versamento di 100 euro in contanti per effettuare l'interruzione volontaria di gravidanza per la figlia della vittima. Quest'ultima ha precisato di aver riferito a Battarino di fruire dell'esenzione dal pagamento del ticket per la prestazione sanitaria ma il professionista avrebbe preteso la somma richiesta da ripartire in parti uguali con l'anestesista. Senza versamento, si asseriva nella denuncia, non avrebbe eseguito l'intervento prima del compimento del novantesimo giorno di gravidanza. L'uomo avrebbe pagato la somma ma, subito dopo, si è recato in caserma per sporgere denuncia.