Domande & risposte | L'invisibile mappa dei nei che svela i rischi della pelle

Domande & risposte | L'invisibile mappa dei nei che svela i rischi della pelle
di Maria Pirro
Mercoledì 19 Marzo 2014, 15:27 - Ultimo agg. 6 Aprile, 16:21
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La mappa dei nei in video-dermatoscopia digitale un esame della pelle non invasivo, in grado di svelare dettagli invisibili a occhio nudo. Con risultati straordinari: pu scongiurare il pericolo melanoma, uno dei tumori pi aggressivi, il terzo pi frequente al di sotto dei 50 anni. Con 10.500 nuovi casi nel 2013 stimati in Italia, di cui il 10% in Campania.



La neoplasia sta facendo registrare un incremento della mortalità tra gli uomini: più 2,3% in 12 mesi, proprio perché arrivano tardi le diagnosi, avvisa Paolo Ascierto, direttore dell’oncologia melanoma del Pascale, con l’équipe di dermatologia del Policlinico Federico II diretta da Fabio Ayala e Giuseppe Monfrecola.



Domande & risposte



1. Forma e colore - Come riconoscere subito e con certezza i segnali d’allarme?

Sotto la lente numero, forma, colore e dimensione. È opportuno osservare i nei con attenzione: quanti sono, come si modificano, senza perdere tempo in caso di sospetti. Quali? Dice il medico Paolo Ascierto: «In generale, tutti quei nei che cambiano forma e colore e che tendono a crescere rapidamente, quelli congeniti molto grandi, quelli molto scuri. Non è detto invece che i nei in rilievo siano più pericolosi di quelli piatti. Anzi, spesso è il contrario». La regola dell’Abcdef sintetizza cosa i possibili campanelli di allarme: A come asimmetrie, quando un neo presenta una metà diversa dall’altra; B i bordi, più a rischio quelli irregolari; C colore, se cambia, si sfuma o “sbiadisce”; D dimensioni, se il diametro è maggiore di 6 millimetri; E evoluzione, nell’arco di poco tempo sia se cresce di dimensioni, sia se diventa in rilievo.



2. Età e genere - Uomini e donne chi si ammala più facilmente?

Un buon osservatorio è la Dermatologia dell’università Federico II diretta da Fabio Ayala e Giuseppe Monfrecola. «Tra il 2003 e il 2013, qui sono stati escissi 1200 melanomi, di cui 567 a uomini e 633 a donne» dice Gabriella Fabbrocini, professore associato della struttura che con Massimiliano Scalvenzi, responsabile del centro precancerosi. «In questi 10 anni si è visto come il melanoma, sebbene con frequenza differente, può insorgere in tutte le fasce d’età: nella nostra casistica il paziente più giovane ammalato di melanoma ha solo 9 anni, il più anziano 89; le donne si ammalano di più ma gli uomini hanno una più bassa sopravvivenza. Nel maschio il melanoma insorge prevalentemente al tronco e alla regione testa-collo, mentre tra le femmine l’arto inferiore è più colpito».



3. Dna e lampade - Quali abitudini e fattori ereditari sono pericolosi?

Storia familiare, precedente melanoma, numerosi nei benigni e nei atipici. In particolare, avere più di 100 nei melanocitici, ma anche più di 10 nei atipici, oppure 50 nei di cui 5 atipici o con un diametro superiore ai 5 millimetri, è un importante fattore di rischio. A questi ne vanno aggiunti altri come la sensibilità al sole (capelli biondi, occhi e pelle chiari) e l’immunosoppressione e l’esposizione ai raggi Uv, solari e artificiali. «L’abbronzatura artificiale dovrebbe essere vietata ai minorenni» dice il dirigente medico Paolo Ascierto. Uno studio dell’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro ha già evidenziato che fino ai 30 anni l’esposizione aumenta il rischio di melanoma del 75 per cento. «Le lampade possono anche danneggiare il sistema immunitario e gli occhi e accelerare l’invecchiamento».



4. Dove e quando -
Quanto tempo far passare dopo il primo controllo?

L’indagine va svolta in un ambulatorio di dermatologia dotato di microscopio a epiluminescenza computerizzato in modo da poter procedere alla memorizzazione delle lesioni a rischio per l’eventuale comparazione successiva. Il controllo è consigliato una volta l’anno dall’Organizzazione mondiale della sanità, ma è fondamentale provvedere a un autoesame a distanza più ravvicinata, 1o 2 volte al mese, mentre il follow-up delle lesioni a rischio prevede visite specialistiche a intervalli di 3-6 mesi. Ogni anno i medici del Pascale eseguono 12mila visite e 250 nuove diagnosi di melanoma ma il 30% dei pazienti arriva troppo tardi per l’operazione e oltre 300 pazienti sono in cura. In 4000 sono seguiti a distanza di più di 5 anni dal trattamento chirurgico, e altri 500 in follow-up al Policlinico Federico II.

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