Nelli Feroci prende il posto di Tajani: è il nuovo commissario italiano dell'Unione Europea

Ferdinando Nelli Feroci
Ferdinando Nelli Feroci
Lunedì 30 Giugno 2014, 23:50
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Sar l'ex ambasciatore Ue Ferdinando Nelli Feroci a sostituire Antonio Tajani. Alla fine di un lungo Consiglio dei ministri dominato dalla riforma della Giustizia, il governo ha optato per una soluzione "ponte" da domani al 30 ottobre, per non lasciare scoperto il posto di commissario italiano dell'Unione europea, dopo l'elezione di Tajani al Parlamento europeo nelle fila di FI.



Una scelta, quella di un tecnico di grande esperienza, che punta a non lasciare libera una casella importante se pur in un momento di transizione per le rinnovate istituzioni europee. In attesa di chiudere la partita delle nomine, nella quale l'Italia punta ad accaparrarsi l'importante casella del ministro europeo degli esteri (Pesc). E che arriva mentre il premier sta limando il discorso che pronuncerà il due luglio a Strasburgo, aprendo il semestre di presidenza italiana.



Un semestre che punta a trasformare l'unione europea dal luogo della burocrazia al luogo della speranza e della crescita. Agganciandola a decisioni concrete, che possano incidere sul futuro dei cittadini.



Per questo il premier ha citato la generazione Erasmus, ragazzi e ragazze che hanno potuto girare il mondo e studiare grazie all'Unione europea. E che ora sono diventati grandi, mentre l'Europa si è ingrigita e burocratizzata e puntano a svecchiarla. Per trasformarla nel luogo della «speranza».



Un discorso che il premier sta scrivendo in queste ore, focalizzandolo sulla stessa parola chiave usata per le elezioni europee: la speranza, il futuro, da contrapporre all'euroscetticismo da un lato e all'eccesso di burocratese dall'altro. Per questo Renzi avrebbe voluto che dal vertice del 27 giugno uscisse il pacchetto di nomine, per archiviare la partita evitando di dare l'idea di un'Europa che litiga sulle poltrone invece di occuparsi dei problemi della gente.



La vittoria sulla crescita e la flessibilità hanno bilanciato lo slittamento delle nomine, ma il vertice straordinario fissato per 16 dovrà assolutamente chiudere la partita. Tempi rapidi e concretezza, saranno due dei temi al centro del discorso, ma anche emozione e passione, come ha fatto ieri il premier sul sito della presidenza italiana dell'Ue: «Non provate un brivido pensando di essere chiamati oggi a realizzare quel sogno degli Stati Uniti d'Europa, avuto da quella generazione che nelle macerie del dopoguerra iniziò la creazione di un nuovo soggetto?».



E bellezza, quella politica bella a cui Renzi ha fatto più volte riferimento, anche in conferenza stampa al termine del vertice europeo. Insomma un discorso a tutto campo in grado di spuntare le armi agli euroscettici e, agganciando la flessibilità alle riforme, rendere più spedito il dibattito in casa. Come già sta accadendo con la prima giornata di votazioni in commissione affari costituzionali scivolata senza intoppi.



Quella di oggi «è stata un' ottima giornata per le riforme, alla faccia dei gufi», ha commentato Renzi. «Si è iniziato a votare - ha aggiunto - si proseguirà a lavorare nelle prossime ore e siamo convinti e ottimisti che possa andare bene». E mentre slitta per il momento l'ipotesi di rimpasto di governo, con il ministro Lupi che ha assicurato che non andrà a Bruxelles, la partita si potrebbe riaprire proprio il 16, se l'Italia la spunterà con la poltrona di alto rappresentante Ue, per il quale Renzi pensa al ministro degli esteri Federica Mogherini.
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