«Ho visto Sollecito in via della Pergola,
l'ho fotografato ed ho sentito paura»

Raffaele Sollecito
Raffaele Sollecito
di Federico Fabrizi Egle Priolo
Sabato 19 Aprile 2014, 12:44 - Ultimo agg. 16:08
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PERUGIA - Raffaele? l'ho visto e l'ho fotografato... in via della Pergola. A raccontarlo un giovane studente universitario diventato "paparazzo per un giorno" senza volerlo.

Raffaele Sollecito è passato in città giovedì, con la fidanzata Greta. Metà pomeriggio, le 17: doveva per incontrare il suo avvocato, Luca Maori e parlare con un professore,universitario che lo segue. Ma l'avvocato era impegnato e in quella mezz'ora libera, dai Tre Archi, "la coppietta" è arrivata in piazza Grimana. Davanti all'appartamento di via della Pergola dove venne uccisa Meredith.



Enea Paladino ha 25 anni, studia Giurisprudenza e nel suo cellulare si ritrova quelle foto ora diventate “famose”: Raffaele Sollecito sul luogo del delitto. «Stavo venendo a Perugia in macchina, per motivi politici», racconta. Enea è il presidente di Rinascita Universitaria, il movimento studentesco che fa riferimento a Fratelli d'Italia. «In questo periodo, sai con le elezioni, per un mesetto i libri li terrò un po' da parte... venivo dalla strada di Ponte Rio e mi sono passati davanti: prima ho notato lei, è una ragazza che colpisce, poi mi sono detto: ma è davvero possibile che sia lui? Raffaele Sollecito proprio qua?».



Come un film: «Ho provato una sensazione strana - racconta - ero curioso e al tempo stesso impaurito: insomma questa storia è stata grossa, una ragazza è morta. Da studente me lo ricordo quel periodo: Perugia s'è trovata sotto i riflettori. Le studentesse, soprattutto le ragazze straniere, erano un po' impaurite».

I due sono entrati in una farmacia, sono usciti qualche istante dopo ed hanno proseguito la passeggiata.

«Comunque sono riuscito a scattare qualche foto a distanza - prosegue Enea - loro camminavano a braccetto lungo viale Sant'Antonio, lui faceva dei gesti e indicava. Come una persona che sta raccontando qualcosa. Poi s'è voltato indietro e ho lasciato perdere. Ma forse sarebbe stato meglio non l'avessi fatta: mi chiamano tutti... mi sto rendendo conto che è una cosa più grande di me».



L'incubo «Io credo che la storia di Mez abbia contribuito a creare un'immagine negativa di Perugia per certi versi eccessiva - dice Enea - anche la foto: sembra un incubo».
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