F35, il ministro Pinotti: «Lecito pensare a una riduzione. Pronti a chiudere e vendere 385 caserme»

La ministtra Pinotti (Foto Antimiani/Ansa)
La ministtra Pinotti (Foto Antimiani/Ansa)
Domenica 16 Marzo 2014, 13:08 - Ultimo agg. 16:12
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Il governo studia un taglio del costoso e contestato programma per l'acquisto dei cacciabombardieri F35.



«E' lecito immaginare una razionalizzazione, si può ridurre e rivedere», ma prima «bisogna chiedersi che difesa vogliamo, quale tipo di protezione ci può servire. C'è un impegno assunto dal governo, aspettiamo la fine dell'indagine conoscitiva per prendere le decisione», ha detto il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, su Sky Tg24 a «L'intervista» di Maria Latella.



Il Lockheed Martin F-35 Lightning II o Joint Strike Fighter-F35 è un cacciabombardiere di 5ª generazione monoposto, a singolo propulsore, con ala trapezoidale. Il progetto, che ha subito molti ritardi, aumenti dei costi e contestazioni, è ancora in fase di sviluppo ed è finanziato principalmente dagli Stati Uniti e dal Regno Unito, ma anche dall'Italia. Washington - riporta Wikipedia - intende acquistare un totale di 2.443 aerei per un costo di 323 miliardi di dollari, rendendolo il programma della difesa più costoso della storia.



Per l'Italia, che dopo una riduzione del programma intende acquistare 90 cacciabombardieri, l'F35 servirà a sostituire i velivoli AV-8B Harrier della Marina e gli AMX e i Tornado dell’Aeronautica a partire dalla metà del prossimo decennio.



Secondo quanto dichiarato in una intervista dal generale Domenico Esposito, capo della direzione armamenti aeronautici, il costo del programma F35 per l'Italia è di 14,3 miliardi di euro spalmati in 15 anni, inclusi 2 miliardi già spesi. Ogni singolo caccia costerà alle forze armate tricolori 74 milioni di euro (per i 60 velivoli della variante "Ctol", a decollo e atterraggio convenzionali) e 88 milioni di euro (per gli altri 30 caccia del tipo "Stovl", a decollo corto ed atterraggio verticale da utilizzare sulle navi senza un ponte abbastanza lungo).



Pinotti ha spiegato che «quando si manifesta la necessità di acquisire nuovi equipaggiamenti al passo coi tempi, io credo si debbano valutare le caratteristiche di tali sistemi, i costi, i vantaggi per il nostro sistema produttivo». Sì dunque a revisioni o riduzioni dei programmi se ritenuto opportuno, «il tutto - ha sottolineato - nel rispetto del ruolo del Parlamento e delle sue prerogative, così come previsto anche nella stessa legge delega 244 del 2012. Per questo, una riflessione ampia e matura sulla difesa nazionale sarà fondamentale per le scelte che abbiamo di fronte, riflessione che solo uno strumento quale un Libro Bianco può offrire».



«Capisco che tutti si facciano la domanda sul finaziamento degli F35, perché nell'immaginario collettivo si tratta di un caccia bombardiere e fa pensare a un velivolo di aggressione - ha spiegato il ministro della Difesa -. Quando io ho detto che si può rivedere e tagliare, non pensavo solo agli F35. Ci servono l'Aeronautica e la difesa aerea? Questa è la domanda che dobbiamo farci, e sulla base di questo dobbiamo decidere. Il governo ha assunto l'impegno con il Parlamento di attendere le conclusioni di un indagine conoscitiva che è in corso. Io ho usato tre verbi: ripensare, rivedere e ridurre e credo che questi verbi saranno applicati a tutti i programmi di spesa, non solo a quelle nel campo della difesa».



Il ministero della Difesa è pronto a fare la sua parte per i risparmi e la spending review, in particolare a tagliare il personale e a chiudere 385 caserme o presidi, per poi vendere gli immobili, ha aggiunto Pinotti, annunciando che entro un mese arriverà in Consiglio dei ministri un provvedimento ad hoc e che sarà allestita una task force attiva 12 ore al giorno «per dare risposte, per non perdere tempo per mettere i beni della Difesa a disposizione dei Comuni, degli enti locali e anche dei privati. Da tanti anni ci sono immobili fermi, risolvere questo problema non sarà semplice ma è un dovere patriottico».



Per quanto riguarda i tagli, «stiamo passando da 190 mila a 150 mila militari da qui al 2024, e pensiamo di tagliare 20 mila unità del personale civile della Difesa. E se ci sono ancora attendenti, li taglieremo».