Processione con inchino al boss, parla il carabiniere di Oppido: 'ndrangheta orrenda sopraffazione

Processione con inchino al boss, parla il carabiniere di Oppido: 'ndrangheta orrenda sopraffazione
Mercoledì 9 Luglio 2014, 16:11 - Ultimo agg. 10 Luglio, 16:20
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Sono state identificate le 25 persone che trasportavano la statua della Madonna che avrebbe compiuto l'inchino al boss a Oppido Mamertina.

I nomi delle 25 persone sono confluiti nel fascicolo aperto dalla Dda di Reggio Calabria ma al momento, nei loro confronti, non sono emersi rilievi di natura penale. Fondamentale per l'identificazione è stato il video fatto registrare durante la processione dal comandante della stazione dei carabinieri di Oppido Mamertina, il maresciallo Andrea Marino, che si è allontanato dalla processione sia per dissenso rispetto a quanto stava accadendo e sia per compiere tutti gli atti di polizia giudiziaria.

Controlli a tappeto Non è escluso che ora saranno valutati eventuali collegamenti tra le persone identificate e gli esponenti della cosca dei Mazzagatti. Saranno approfonditi anche gli aspetti relativi ad eventuali offerte in denaro date per lo svolgimento della processione. Altro aspetto sarà quello relativo all'ordine pubblico in occasione di altre processioni o cerimonie religiose. Le autorità di pubblica sicurezza, dopo la processione con l'inchino, valuteranno minuziosamente e nel dettaglio tutte le future iniziative che saranno organizzate.

«La 'ndrangheta è una forma orrenda di sopraffazione». A scriverlo, mettendolo nero su bianco in un post sulla propria pagina Facebook, è il comandante della caserma dei carabinieri di Oppido Mamertina, il maresciallo Andrea Marino. Il militare ha abbandonato la processione della Madonna delle Grazie quando la statua è stata fatta inchinare davanti la casa di Peppe Mazzagatti, il boss di 82 anni condannato all'ergastolo e ai domiciliari per motivi di salute. Identificate le persone che portavano la Vara con la Vergine. Sono persone che non appartengono a organizzazioni o congregazioni religiose ma scelte tra un gruppo di volontari. Tra i 25 c'è chi ha dato l'ordine di fare l'inchino.

Il post del carabiniere «La 'ndrangheta, che a Oppido esiste, è una forma odiosa di sopraffazione fra esseri umani, è basata su regole poco democratiche, uccide ed è venditrice di morte; Oppido e gli oppidesi hanno vissuto passivamente ed ammutoliti cruente faide di cui oggi ancora in tanti portano addosso i segni. Il piagnisteo non giova a nulla, al pari del nascondimento. Servono azioni concrete». Lo scrive sul proprio profilo facebook il comandante della caserma dei carabinieri di Oppido Mamertina, il maresciallo Andrea Marino, che ha abbandonato la processione della Madonna delle Grazie quando la statua è stata fatta inchinare davanti la casa del boss.

I ringraziamenti a chi lo ha sostenuto «Anzitutto - prosegue Marino - ringrazio coloro i quali hanno manifestato apprezzamento per quanto fatto nel corso della processione. Fra tutti, desidero ringraziare particolarmente gli oppidesi, gli oppidesi onesti, che sono tanti, cosi come tanti sono i veri devoti di Maria Vergine delle Grazie. Li ringrazio particolarmente perché, pubblicamente e non, hanno comunque scalfito quel muro di silenzio che qui è più duro del cemento armato. Li invito a perseverare, a non aver paura di vivere liberi, a dimostrare che i cambiamenti sono frutto dei fatti e dei sacrifici e non solo delle belle parole. Il gesto compiuto non aveva alcuna dietrologia né era mirato a gettare fango sull'intera comunità oppidese in cui vivo con la mia famiglia da circa 6 anni, ed in cui ho conosciuto tanta gente laboriosa e onesta.

La stessa gente che oggi soffre perché sente addosso il peso del fango mediatico che spesso dipinge Oppido come fosse il paese degli orrori. In parte, purtroppo, lo è e lo sarà sempre fino a quando i tanti cittadini laboriosi e onesti sapranno solo sentire il peso del fango mediatico, sopportandolo passivamente e lagnandosi di essere additati come una comunità di criminali incalliti. Personalmente ho un grande rispetto per la vita, in quanto bene supremo e, in virtù di ciò, ho rispetto per l'essere umano in sé ma non ho rispetto per alcuna forma di sopraffazione fra esseri umani». «Ancora grazie - conclude il sottufficiale - a tutti per le belle espressioni di stima che mi avete manifestato. L'Arma dei Carabinieri, l'Italia intera, è fiera di ciascuno di voi».

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