Quirinale, dai 23 scrutini di Leone agli 832 voti di Pertini: la storia delle elezioni dei capi dello Stato

Pertini con Cossiga
Pertini con Cossiga
Martedì 16 Aprile 2013, 08:05 - Ultimo agg. 08:31
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ROMA - Dalla nascita della Repubblica a oggi sono stati necessari in media dieci scrutini per eleggere il nuovo Capo dello Stato. La Costituzione richiede una maggioranza qualificata nei primi tre scrutini (per l’elezione del successore di Napolitano l’asticella è fissata a 671 voti perché il numero dei grandi elettori è stato fissato a 1007) e una maggioranza assoluta dal IV scrutinio in poi (504 voti). La dotazione di un premio di maggioranza alla Camera - giunta con la modifica, avvenuta nel 2005, della legge elettorale, il cd. Porcellum - ha reso più facile il raggiungimento della maggioranza assoluta grazie al premio di maggioranza (55% di seggi) assegnato alla prima coalizione più votata.



Il Capo dello Stato più votato nella storia italiana è stato Sandro Pertini, eletto con 832 voti, il meno votato Antonio Segni con 443 voti. Al primo scrutinio sono stati eletti solo Ciampi e Cossiga. L'elezione più lunga quella di Leone che ha richiesto ben 23 scrutini prima della fumata bianca.



I ) De Nicola

Il primo Presidente effettivo della Repubblica fu Enrico De Nicola (Pli), eletto Capo provvisorio dello Stato dall’Assemblea Costituente il 28 giugno 1946. De Nicola ricoprì la carica dal 1 luglio 1946 al 31 dicembre 1947. a partire dal I gennaio 1948, a norma della prima disposizione transitoria della Costituzione, esercitò le attribuzioni e assunse il titolo di Presidente della Repubblica, mantenendolo fino al successivo 11 maggio, quando venne eletto Einaudi. L’elezione di De Nicola avvenne nella seduta del 28 giugno 1946 dell’allora Assemblea costituente (e non del Parlamento) che lo elesse Capo provvisorio dello Stat: venne eletto al primo scrutinio, ottenendo 396 voti su 501 votanti. era richiesta, in quel caso, la maggioranza di tre quinti dei membri (573) dell’Assemblea.



II) Einaudi

Era l’11 maggio 1948 quando fu eletto secondo le norme della da poco varata (il I gennaio 1948) nuova Costituzione repubblicana il primo Presidente della Repubblica Italiana. Il liberale (Pli) Luigi Einaudi prevalse al quarto scrutinio, a meno di 48 ore di distanza dalla prima votazione, con 518 voti su 871 presenti (un astenuto). Einaudi fu il primo presidente effettivo della Repubblica italiana (1948-1955).



III) Gronchi

Fu eletto al quarto scrutinio, nel giro di due giorni, il democristiano (Dc) Giovanni Gronchi: era il 19 aprile 1955 e Gronchi ottenne 658 voti su 833 votanti. Fu il terzo presidente eletto (1948-1955).



IV) Segni

Il democristiano (Dc) Antonio Segni (1962-1964), che è stato anche l’unico presidente della Repubblica a dare le dimissioni in quanto colpito da ictus il 6 dicembre 1964, fu eletto al nono scrutinio, il 6 maggio 1962, con 443 voti su 842 votanti. Proprio con l’elezione del sardo Segni, i tempi iniziano ad allungarsi: ci vollero nove scrutini e quattro giorni di votazioni per eleggerlo.



V) Saragat

Il socialdemocratico (Psdi) Giuseppe Saragat venne eletto al ventunesimo scrutinio il 28 dicembre 1964. Ottenne 646 voti su 937 votanti e 937 presenti (dieci gli astenuti). per eleggerlo ci vollero 12 giorni e 21 scrutini, un’enormità, all’epoca. Saragat (1964-1971) fu il quinto presidente eletto.



VI) Leone

La sua è stata finora la più lunga elezione nella storia della Repubblica. Giovanni Leone (Dc) venne infatti eletto al ventitreesimo scrutinio, il 24 dicembre 1971, con 518 voti su 996 votanti. Leone fu il sesto presidente della Repubblica dal 1971 al 1978 e si dimise poco prima del termine del suo mandato per lo scandalo Lokheed.



VII) Pertini

Sandro Pertini (Psi) è, a oggi, il Capo dello Stato più votato nella storia della Repubblica. Eletto al sedicesimo scrutinio, l’8 luglio 1978, ottenne 832 voti su 995, ma ci vollero 10 giorni e 16 scrutini. Pertini fu presidente dal 1979 al 1985.



VIII) Cossiga

Francesco Cossiga (Dc) venne eletto al primo scrutinio, il 14 giugno 1985. Ottenne 752 voti su 977 votanti e 979 presenti (due gli astenuti). Cossiga, ottavo presidente della Repubblica, restò in carica dal 1985 al 1992.



IX) Scalfaro

Oscar Luigi Scalfaro (Dc) è stato eletto il 25 maggio 1992 al sedicesimo scrutinio, come Saragat. Ha ottenuto 672 voti su 1.002 votanti. Un’elezione segnata e tragicamente sbloccata dall’attentato di Capaci contro il giudice Falcone e la sua scorta. Le votazioni, che erano iniziate il 13 maggio 1992 e si trascinavano avanti stancamente, si conclusero il 25 maggio con l’elezione di Scalfaro (1992-1999), nono presidente della Repubblica.



X) Ciampi

Carlo Azeglio Ciampi (tecnico, ex governatore di BankItalia, come Einaudi, di area centrosinistra) venne eletto il 13 maggio 1999, quando ottenne 707 voti su 990 presenti al primo scrutinio. Ciampi, decimo capo dello Stato, fu presidente dal 1999 al 2006.



XI) Napolitano

L’attuale Capo dello Stato, Giorgio Napolitano (allora Ds, ma a lungo esponente dell’ala migliorista del Pci), è stato eletto il 10 maggio 2006 al quarto scrutinio. Napolitano 543 voti su 1.000 presenti (990 i votanti, dieci gli astenuti). Il suo mandato presidenziale scade il 15 maggio 2013.



Altre statistiche

Il partito politico che ha espresso più presidenti della Repubblica è stata la Democrazia cristiana, con quattro presidenti (Gronchi, Segni, Leone e Scalfaro), segue il Partito liberale italiano (Pli) con due (Einaudi e De Nicola), mentre un presidente a testa hanno espresso Psdi (Saragat), Psi (Pertini), Ds (Napolitano) e uno Ciampi non è incasellabile in nessun partito (indipendente di centrosinistra).



Einaudi ha nominato sette governi e altrettanti presidenti del Consiglio, sette sono stati nominati da Gronchi, tre da Segni, sei da Saragat, otto da Leone, otto da Pertini, sei da Cossiga, sei da Scalfaro, quattro da Ciampi, tre da Napolitano.



Il record delle presenze alle votazioni per eleggere un capo dello Stato spetta a Giulio Andreotti (Dc), in aula dall’elezione del capo provvisorio dello Stato de Nicola e che non ha mai mancato una votazione (undici, sinora). Al secondo posto c’è Emilio Colombo (Dc): votò per Scalfaro nel 1992, si dimise per incompatibilità con lo statuto della Dc di allora, saltò l’elezione di Ciampi, ma nominato senatore a vita proprio da Ciampi (2003) tornò al Senato e tornò a votare per Napolitano.