Stamina, il Comitato scientifico: in protocollo dosi di cellule adatte a topi e non all'uomo

Davide Vannoni (Percossi/Ansa)
Davide Vannoni (Percossi/Ansa)
Giovedì 9 Gennaio 2014, 17:54 - Ultimo agg. 10 Gennaio, 19:26
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ROMA - La quantit di cellule staminali mesenchimali indicata nel protocollo Stamina equivale a quella che viene utilizzata nei trapianti nel topo e non nell'uomo. È quanto emerge dai documenti prodotti dal Comitato scientifico del ministero della Salute e che l'ANSA ha potuto visionare.



L'Aifa. Una diffida al trasporto di cellule prodotte con il metodo Stamina fuori dagli Spedali Civili di Brescia. A quanto apprende l'Adnkronos Salute, è questo il risultato della riunione che si appena conclusa a Roma per analizzare la questione delle 4 richieste di accesso al materiale biologico Stamina, arrivate da Camillo Ricordi (Usa) e da 3 scienziati italiani a fini di test scientifici. La diffida è stata emanata dall'Aifa (Agenzia italiana del farmaco).



Altre due richieste di avere accesso al protocollo e alle cellule trattate con il metodo Stamina sono state inviate al ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, all'indomani della richiesta analoga da parte del direttore del Laboratorio cellule staminali dell'università Sapienza di Roma, Paolo Bianco. Le nuovi richieste, a quanto si apprende, sono state inviate da Michele De Luca, direttore del Centro di Medicina Rigenerativa «Stefano Ferrari» dell'Università di Modena e Reggio Emilia, e da Umberto Galderisi, presidente dell'associazione Stem Cell Research Italy. Le richieste sono state presentate in seguito alla notizia, diffusa nei giorni scorsi, relativa alla richiesta annunciata dal direttore del Diabetes Research Institute di Miami, Camillo Ricordi, di acquisire le cellule trattate con il metodo Stamina presso gli Spedali Civili di Brescia. Anche i tre ricercatori italiani, tutti esperti di livello internazionale nel campo delle cellule staminali, chiedono adesso di poter avere accesso al materiale biologico trattato con il metodo Stamina presso gli Spedali Civili di Brescia allo scopo di verificarne la qualità.



Il ministro Lorenzin. «Vogliamo assolutamente che sia fatta chiarezza, sia dal punto di vista giudiziario, e questo è un diritto per tutti, sia dal punto di vista sanitario, accertare quello che è accaduto, quello che sta accadendo ai pazienti». Lo afferma il ministro della Salute Beatrice Lorenzin a proposito della vicenda Stamina, intervenendo alla trasmissione di Radio1 «Prima di tutto». «Io credo - aggiunge - che il lavoro del Senato sulla questione Stamina sia molto importante. Questa è una vicenda che il Paese si porta appresso da molto tempo, sono ormai 3 anni. Noi abbiamo lavorato con il massimo rigore e la massima serietà, soprattutto nel rispetto delle famiglie. Noi avevamo già istituito un comitato scientifico che aveva bocciato Stamina, decidendo che il metodo che ci avevano consegnato non aveva alcuna valenza scientifica e che è pericoloso per i pazienti. Dopodichè, è stato fatto un ricorso al Tar, Stamina Foundation ha vinto questo ricorso e ci stiamo attenendo alla legge istituendo un nuovo Comitato che dovrà dare una nuova valutazione». «Voglio dire con chiarezza alle famiglie e ai pazienti che non sono sole, ho messo a disposizione, come Ministero, a queste famiglie la possibilità di ricorrere a cure alternative, palliative, quindi le famiglie non sono sole. Questa vicenda però - conclude Lorenzin - ci deve essere di monito, per due aspetti. Il primo, è che non dobbiamo dimenticare il valore del metodo scientifico, che non ha nulla a che vedere con la ricerca del consenso politico, ma è un valore assoluto. Troppi parlano di cose che non conoscono».
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