Camorra, arrestato dalla polizia in Brasile Pasquale Scotti: era latitante dal 1984, si nascondeva a Recife

Camorra, arrestato dalla polizia in Brasile Pasquale Scotti: era latitante dal 1984, si nascondeva a Recife
di Giuseppe Crimaldi
Martedì 26 Maggio 2015, 14:22 - Ultimo agg. 27 Maggio, 10:41
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Si era sposato con una brasiliana e aveva avuto due figli. Si faceva chiamare Francisco de Castro Visconti, imprenditore di successo con gestione di numerose attività, tra società di servizi e ristoranti.

Era in realtà un boss inserito nella lista dei latitanti più pericolosi: Pasquale Scotti, storico capo della Nuova Camorra Organizzata cutoliana, si nascondeva dal 1984. Una latitanza durata 31 anni interrotta oggi, quando è stato arrestato in Brasile, a mezzogiorno ora locale.

La prima frase che ha detto quando è stato fermato dalla polizia brasiliana è stata un criptico «Pasquale Scotti è morto nel 1986».

Scotti era ricercato dal 1985, per omicidio ed occultamento di cadavere ed altro.

Dal 1990 invece sono state diramate le ricerche in campo internazionale, per arresto ai fini dell'estradizione.

Il superlatitante si nascondeva a Recife: ed è lì che gli uomini della Squadra mobile di Napoli, coordinati dai primi dirigenti Fausto Lamparelli e Lucio Vasaturo, lo hanno stanato. Scotti è stato catturato in una panetteria mentre stava comprando i dolci. Dalle foto scattate oggi gli inquirenti non escludono che nel tempo si sia sottoposto a qualche intervento chirurgico di plastica facciale.

Il suo nome faceva parte dell'elenco dei dieci super-ricercati inseriti nella lista delle «primule rosse» stilato dal ministero dell'Interno. Scotti deve scontare diversi ergastoli per omicidio, estorsione e vari altri reati associativi. Iniziò la propria «carriera» criminale come killer: era uno degli uomini del commando di fuoco della Nco capeggiata da Raffaele Cutolo.

Nel tempo ne fece, di strada, fino a diventare un boss temuto e rispettato. Le indagini tese alla sua cattura non si erano mai interrotte. Ultimamente il fascicolo era coordinato dai sostituti della Direzione distrettuale antiimafia di Napoli Ida Teresi e Marco Del Gaudio. A incastrare Scotti è stata la comparazione delle impronte digitali.