Cancro e Alzheimer dovuti alla carne di maiale? Un medico italiano spiega perché è possibile

Cancro e Alzheimer dovuti alla carne di maiale? Un medico italiano spiega perché è possibile
di Marco Perillo
Mercoledì 9 Dicembre 2015, 18:46 - Ultimo agg. 10 Dicembre, 23:47
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Noi esseri umani, da un certo punto di vista, siamo cannibali e non lo sappiamo. Si parla di "cannibalismo filogenetico" quando ci cibiamo di parti di esseri di altre specie vicine alla propria scala evolutiva. Attraverso il processo di riconoscimento immunitario, infatti, le parti strutturalmente simili di animali diversi possono creare conflitti in chi se ne ciba. Conflitti che possono sfociare in malattie.

Lo sa bene Cosimo Bagnulo, medico di Medicina Generale a Casamassima, in provincia di Bari, e autore del soprendente libro "Dalla mucca pazza all'Alzheimer" (Nuova Palomar) che sarà presentato a Napoli sabato 12 dicembre nella sede dell'associazione Luimo, Viale Gramsci 18, alle 17.30.

Sono recenti gli allarmi sulla carne rossa su scala mondiale, che hanno in parte rilanciato le teorie del medico pugliese. Nel libro di Bagnulo sono espletate infatti riflessioni su come alcune patologie degenerative possano essere causate dal consumo di carne, in particolar modo quella di maiale. Secondo le teorie di Bagnulo, il 60% delle persone colpite da patologie come Alzheimer, cancro, sclerosi multipla, vive in Paesi in via di sviluppo e si ciba di carne suina; mentre per chi vive nel Terzo Mondo, in particolar modo in Paesi di religione islamica, questo tipo di malattie è assente.

Solo un caso? Non sembra essere così, considerando - secondo quanto scrive Bagnulo - che oggigiorno nell'industria alimentare si fa largo uso di nitriti e nitrati in numerose pietanze, specialmente salumi e insaccati che hanno bisogno di conservanti. E ciò non fa che accentuare i rischi per la salute.

Nel suo libro Bagnulo spinge per un intervento della comunità scientifica internazionale per proibire farine e prodotti derivanti dalla macellazione del maiale e propone alle grandi aziende nazionali e internazionali di modificare i loro cicli produttivi verso prodotti di origine vegetale. Tra l'altro, incoraggiando la coltivazione del foraggio invece degli allevamenti di animali, potrebbe essere dato notevole impulso al soddisfacimento di bisogni alimentari del genere umano.
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