Sanremo, Morandi difende Celentano:
«Contestazioni pilotate»

Sanremo, Morandi difende Celentano: «Contestazioni pilotate»
Domenica 19 Febbraio 2012, 10:38 - Ultimo agg. 16 Marzo, 00:01
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SANREMO - Non finiscono le polemiche sul Festival di Sanremo. Dopo i fischi di ieri sera a Celentano, che tornato ad attaccare i giornali cattolici, Morandi ha preso le sue difese: Le contestazioni erano pilotate, ha rivelato. A vincere il 62esimo Festival di Sanremo stata Emma, con "Non l'inferno". E per lei è stato infatti il Paradiso. E dal punto di vista dell'auditel la serata è stata un vero e proprio successo: un vero e proprio boom di ascolti, con cifre che non si vedevano dall'edizione del 2000.

Le contestazioni e i fischi rivolti ieri sera ad Adriano Celentano erano «assolutamente pilotate», ha detto Gianni Morandi. «Abbiamo mandato una persona in galleria e c'erano tre-quattro persone che sistematicamente fischiavano, con uno schema preciso. Era tutto organizzato, non so da chi, ma lo era. È impossibile che all'Ariston succeda una cosa del genere, non l'ho mai visto in tanti anni di festival. Era un'operazione troppo mirata». Claudia Mori ha accusato il consigliere di amministrazione Rai Antonio Verro, gli si fa notare. «Ma no, non credo».

Sanremo deve voltare pagina. Candidarsi per il terzo festival? «Già è stata un eccesso la seconda conduzione», dice Gianni Morandi, convinto che Sanremo abbia «bisogno di voltare pagina». Per Morandi, «dopo quattro festival così, Bonolis, Clerici e le mie due edizioni, è ora di cambiare, c'è bisogno di persone nuove, facce nuove, di ripensare la formula, reinventare i meccanismi di votazione, coinvolgere tutta la musica italiana». Anche secondo il direttore di Rai1 Mauro Mazza «questo festival chiude un ciclo legato alle figure che hanno prodotto».

Mazza. «Celentano non è Cacciari, non è Sgalambro, è un cantante che vuole esprimere le sue opinioni e subordina la sua presenza in tv alla possibilità di esprimerle. La Rai gli ha dato questa possibilità e Celentano si è preso la sua libertà, a tratti licenza»: è la valutazione del direttore di Rai1 Mauro Mazza. «Capisco la posizione del presidente Garimberti - dice ancora Mazza - perché con l'insistenza sulle testate cattoliche Celentano è stato antipatico, stridente con il livello artistico del personaggio. Garimberti dice che Celentano è stato fuori contesto, io dico che da 50 anni è fuori contesto e questo lo rende diverso e unico nel panorama artistico».

Valutazioni positive. Il direttore di Rai1 dice di comprendere però «anche le valutazioni a caldo, positive, arrivate da ambienti della Rai, immagino autorevoli, su questa esibizione. Sono convinto che Celentano abbia cercato di spiegarsi, lo ha fatto alla sua maniera, non ha inveito, ha provato a spiegarsi dopo le polemiche che aveva scatenato. Mi è sembrato un intervento di un parrocchiano a una riunione diocesana, un ragionamento elementare, basico, da credente e va valutato in questi termini». Mazza è convinto che «tra pochissime ore delle parole di Celentano, dei suoi sermoncini, delle sue prediche non resterà più traccia, se non nelle Teche. Resterà l'emozione che ha saputo suscitare quando esercita il suo mestiere, quando canta, resterà l'emozione grandissima del duetto con Gianni Morandi».

Gli ascolti. Gli spettatori sono stati 14 milioni 456 mila, pari al 50.93% di share nella prima parte e 12 milioni 31 mila con con il 68.74% nella seconda. Un dato che migliora decisamente sia il risultato della quarta serata del festival, sia quello della finale 2011. La media ponderata di ieri è pari a 13 milioni 287 mila con il 57.43%, la migliore dal 2005. Venerdì, per la finale dei giovani, gli spettatori erano stati 11 milioni 429 mila (39.64%) nella prima parte e 7 milioni 325 (49.91%) nella seconda. Per trovare un risultato di simile portata bisogna risalire al secondo festival condotto da Fabio Fazio nel 2000. Ma anche il festival di Baudo nel 2002 si chiuse con un boom che non ha niente da invidiare quello di ieri sera. Il Festival di Pippo quell'anno ospitò Roberto Benigni nella serata finale ed ottenne unamedia del 62,66% di share.

Il record del duo Morandi-Celentano. Durante la finale del festival di Sanremo, il picco di ascolto è stato registrato alle 22.59: in quel momento 17 milioni 505 mila spettatori stavano seguendo il siparietto tra Gianni Morandi e Adriano Celentano. Il picco in share, invece, è stato raggiunto all'1.16, con l'81.96% per la proclamazione della vincitrice Emma.

Nel 2011 la media ponderata era stata di 12 milioni 136 mila spettatori con il 52.12%. L'ultima serata del festival di un anno fa aveva raccolto una media di 12 milioni 537 mila spettatori con il 45.97% nella prima parte e 11 milioni 633 mila con il 63.68% nella seconda.

Tra le magnifiche tre: trionfa Emma. A giocarsi i posti del podio sono state Noemi (entrata tra le prime tre, grazie al voto della sala stampa), Emma e Arisa. Alla fine, circa all'una e un quarto un Morandi stremato, che inanella una papera dietro l'altra, dà il verdetto senza più enfasi: «Vince Emma». Era lei la favorita della vigilia con la sua canzone patriottica. Podio tutto al femminile: al secondo posto si è classificata Arisa con il brano "La notte", al terzo Noemi con "Sono solo parole". Sipario.

La dedica. «Voglio dedicare questa vittoria a tutti i tecnici che hanno lavorato per noi tutto il giorno, ai musicisti e a Leandro» ha detto Emma, visibilmente commossa, sul palco dell'Ariston subito dopo la vittoria, riferendosi al cugino morto in un incidente stradale nel 2011.«Arrivare al podio con Arisa e Noemi è stata una cosa bellissima, erano le mie due preferite, provo un grande orgoglio per essere arrivata all'obiettivo con loro», ha aggiunto Emma.

Un podio tutto femminile a Sanremo non si vedeva da mai. Se si aggiunge che sul gradino più alto c'è una bionda, sul secondo una bruna e sul terzo una rossa, il quadro è ancora più singolare. Un podio al femminile e tutto di ispirazione talent: Emma è la ex star di Amici, Noemi ha cominciato a X-Factor e Arisa è stata uno dei giudici dell'edizione di quest'anno. Mentre nascono le prime polemiche, si può dire però che ancora una volta è la popolarità il fattore determinante, perché Noemi ha ormai una carriera lontana dal talent ed è entrata nei tre finalisti grazie alla golden share esercitata dalla sala stampa.

Il momento più atteso: Celentano. Verso le 22.40, finita l'esibizione dei Big l'attesa sale. Gianni Morandi inizia a cantare il suo storico pezzo, "C'era un ragazzo". Il pubblico è emozionato. Ma a un certo punto Morandi si interrompe per lasciare lo spazio ad Adriano Celentano, che irrompe sul palco cominciando a cantare "Thirteen women". Poi parte il suo monologo che scatenerà altre polemiche.

Il discorso. «La corporazione dei media si è coalizzata in massa contro di me, - ha detto Celentano - neanche se avessi fatto un attentato allo Stato. Ringrazio quei 4-5 che mi hanno difeso. Mi ha colpito in particolare la voce di un prete che ho visto da Mara Venier: don Mario. Grazie don Mario: tu hai capito ciò che i vescovi hanno fatto finta di non capire. Mentre anche Travaglio, che credevo avesse capito, mi ha voluto attaccare. Ma io sono venuto qui a fare quattro chiacchiere con i 16 milioni di persone che hanno visto il Festival di Morandi. Per parlare di vita, morte e ciò che viene dopo. Sulla vita, la morte, l'Aldilà: su questi temi dovrebbero basarsi Famiglia Cristiana e Avvenire. Quando dico che andrebbero chiusi non significa censura». Il Molleggiato continua un ripetitivo discorso sulla storia di Gesù da studiare e ricordare, sulla ricerca di Dio e l'Aldilà che ci aspetta. Ma quando per la terza volta Adriano ricita Avvenire e Famiglia Cristiana, dal pubblico si levano fischi e più di qualcuno urla "basta". Celentano appare colpito e sorpreso dalla reazione del pubblico, si ferma, poi replica: «Perchè basta? Perchè non mi fate finire di parlare? Siamo in democrazia e forse certe cose possono essere cose utili anche per voi...».

Morandi stremato. Dopo l'intervento di Celentano, Morandi appare svuotato di energie. A suo merito il tentativo di recuperare la situazione e la professionalità nel momento più delicato, ma resta la sensazione che la predica del Molleggiato abbia colto di sorpresa anche Morandi che, voci di corridoio sostengono, avesse dato rassicurazioni ai vertici dell'azienda.

Il presidente della Rai attacca. Garimberti giudica «di cattivo gusto il fatto che Celentano sia tornato ad attaccare i giornali cattolici, totalmente fuori contesto le teleprediche e il modo in cui sono stati toccati argomenti alti che andrebbero toccati in diverso contesto e con ben altro livello intellettuale».

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