«Facimmoce 'a croce»: alla scoperta degli «altarini» napoletani

«Facimmoce 'a croce»: alla scoperta degli «altarini» napoletani
Lunedì 10 Ottobre 2016, 12:37 - Ultimo agg. 11 Ottobre, 14:14
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Domenica 16 ottobre 2016, alle ore 11:00, riflettori accesi su "Facimmoce 'a croce: Napoli e i suoi Altarini", una visita guidata teatralizzata ideata dall'Associazione Culturale NarteA che, tra percorso turistico e pièce teatrale, mostrerà la storia e l’evoluzione delle edicole votive. In gergo “altarini”, questi tabernacoli sono espressione di culto comune e di riconoscenza a santi e madonne, ma pure di fede e idolatrie pagane per calciatori e cantori di quartiere eletti come “miti”. Per partecipare all'evento, la prenotazione è obbligatoria ai numeri  339.7020849 - 334.6227785. La quota di partecipazione è di € 10,00 a persona.

In tutti i quartieri partenopei ci sono piccoli templi, semplici luoghi di culto, che cambiano col succedersi delle epoche. Passeggiando per Napoli, si possono contare un vasto numero di "altarini" che portano con se vicende di vicoli e d'antropologia: NarteA ha voluto ideare una visita guidata teatralizzata ad hoc per ritrovare queste radici, ancora resistenti, e per conoscere in modo alternativo gli episodi votivi partenopei. Partendo dalla più autentica espressione della devozione popolare, l'Associazione Culturale NarteA porta in scena "Facimmoce 'a croce: Napoli e i suoi Altarini" – appuntamento al pubblico domenica 16 ottobre 2016 presso piazza Dante alle ore 11:00 –, un percorso guidato teatralizzato che attraverserà vie e vicoli del centro storico di Napoli per scoprire gli angoli “nascosti” della città e le sue edicole votive. Per partecipare all'evento, è obbligatoria la prenotazione ai numeri 339.7020849 - 334.6227785, la quota è di € 10,00 per gli adulti.

A Napoli, il “tabernacolo”, ossia l’edicola votiva, è un elemento di arredo urbano e al tempo stesso oggetto di culto, presente già dalla seconda metà del XVI secolo, che ricorre come parte integrante del tessuto abitativo, soprattutto nell'area di fondazione greco-romana. Osservando l’evoluzione di questi “altarini”, si può vedere come la complessità di un fenomeno religioso-devozionale si trasforma dalla dimensione privata a rappresentazione della collettività che unisce il sacro al pagano, ma anche alla creatività estemporanea dei cittadini. Il territorio partenopeo diventa un vero labirinto di “simboli”: le edicole votive sono espressione di culto comune e di riconoscenza a santi e madonne, ma pure di fede e idolatrie pagane per calciatori e cantori di quartiere eletti come “miti”.

Le edicole votive sono dette in gergo "altarini" e si rivelano come una vera e propria caratteristica partenopea. "Questa visita vuole evidenziare come le edicole votive siano il segno di una tradizione e di usi ormai scomparsi, tracce di un passato storico, artistico, e religioso - spiega Febo Quercia, direttore artistico di NarteA - Divenute ormai parti integranti del contesto cittadino, che valorizza i vicoli della nostra città, questi altarini rappresentano il bisogno che il popolo napoletano ha sempre avuto di vedere e sentire una presenza superiore a cui chiedere aiuto e protezione".

Accade spesso che i primi a non conoscere la storia degli "altarini", siano proprio i napoletani: NarteA si sofferma sulle rappresentazioni votive di Napoli, considerate un “fenomeno religioso secondario” con limitato valore architettonico e artistico, con lo scopo di voler valorizzare e ripristinare il rapporto tra i cittadini napoletani e la loro città, nella storia antica e moderna. L'itinerario prevede un'escursione tra alcune edicole votive nascoste nei vicoli di Napoli, una città che non smette mai di stupire e impressionare, ma non solo. Gli ospiti saranno accompagnati da Matteo Borriello, guida turistica abilitata della Regione Campania, e dagli attori professionisti Sergio Del Prete e Valeria Frallicciardi, che interpretando personaggi cari alla tradizione napoletana, renderanno il percorso ancora più colorato e inusuale con una vera e propria performance teatrale, scritta da Febo Quercia. Tra monologhi e dialoghi, gli spettatori avranno opportunità di approfondire in maniera emozionante questo tema.
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