Morto Paolo Morelli, voce degli "Alunni
del Sole": stroncato da un infarto

Paolo Morelli
Paolo Morelli
di Federico Vacalebre
Martedì 5 Novembre 2013, 20:55 - Ultimo agg. 6 Novembre, 09:52
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Ormai superati i sessant’anni aveva ritrovato finalmente la forza e la voglia di fare canzoni, Paolo Morelli: prima l'uscita del doppio La storia... il sogno, met inedito e met antologico, poi il regalo di Patty Pravo, che aveva scelto la sua 'Na canzone come unica novit del suo ultimo greatest hits.



Aveva deciso che gli Alunni del Sole potevano, anzi dovevano tornare protagonisti, Paolo Morelli, ma ieri sera il suo cuore non ha retto, si è fermato. Il fratello Bruno, chitarrista del gruppo e da sempre al suo fianco, l'ha trovato accasciato a Roma, in macchina: l'aveva lasciato per sbrigare alcune commissioni, quando è rientrato credeva si fosse addormentato, ma era morto, probabilmente per infarto, sfiancato dai tormenti forse più che dalle malattie.



A fine anni Sessanta, Paolo (autore, pianista, cantante) e Bruno Morelli, napoletano doc, formarono la band che doveva il nome ad un romanzo di Marotta. Padre violinista e autore di canzoni per Little Tony, madre pianista, si unirono a Giulio Leofrigio (batteria) e Giampaolo Borra (basso), subito segnalati da Renzo Arbore, che li volle homeband di «Speciale per voi». Paolo suonava l'Hammond, sulle punte delle dita un po’ di rhythm'n'blues. Il primo 45 giri, «L'aquilone», nel fatidico ’68, fu subito un hit, bissato l’anno dopo da «Concerto», che guardava ai King Crimson di «Epitah», aggiungendovi liricità tutta partenopea. Nel 1972 l’lp di esordio, «Dove era lei a quest'ora», tra prog rock e canzone d'autore: gli arrangiamenti di Giorgio Gaslini furono bocciati dai discografici, che li ritennero troppo poco convenzionali.



Trovata la formula di un pop melodico, ma saporito e coraggioso nelle tessiture come nei testi, gli Alunni del Sole divennero abbonati alle hit parade degli anni Settanta con singoli come «Concerto» e album come «Jenny e la bambola» ('74), «Le maschere infuocate» ('76) e «'A canzuncella», trainata al successo dall'omonimo singolo, che riportò il dialetto napoletano in classifica e di cui si contano diverse cover, comprese quelle di Ruggeri e della Vanoni. Una sinuosa perla di pop adulto, storia di amore e disamore, strada percorsa poi anche da «Liù» ('78), dedicata a una ragazza precocemente (per quei tempi) padrona del proprio sesso. «Tarantè» del '79 li riportò al napoletano, ma poi gli Alunni del Sole faticarono a restare sulla cresta dell'onda, i tempi cambiavano e il leader li soffriva.



Talento genialoide e complicato, si rifugiò nella pittura per sfuggire ai fantasmi della mente che lo perseguitavano, il fratello Bruno sempre al suo fianco, nella vita privata come nella carriera. L'ultima volta che gli Alunni del Sole hanno regalato al pubblico napoletano la melodia senza sbavature di «'A canzuncella» risale al Premio Carosone 2010.