Follia Islam a Sant'Anastasia: la moglie rifiuta il burqa, il marito la prende a calci e pugni

Follia Islam a Sant'Anastasia: la moglie rifiuta il burqa, il marito la prende a calci e pugni
Domenica 9 Aprile 2017, 19:51 - Ultimo agg. 10 Aprile, 00:02
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Rifiuta il burqa e minaccia il divorzio, il marito la prende a calci e pugni accusandola di volersi comportare troppo alla «occidentale». L'uomo, un 51enne di origini marocchine, è stato arrestato dai carabinieri a Sant'Anastasia, nel Vesuviano - dove abitava insieme alla moglie 28enne, anche lei marocchina, ed al figlioletto di due anni - con le accuse di sequestro di persona, minaccia aggravata e maltrattamenti in famiglia.

La donna ha riportato lesioni al volto giudicate guaribili in 15 giorni. Probabilmente nei prossimi giorni ripartirà per il Marocco, dove l'aspetta l'altra figlia di 7 anni, lasciata lì durante l'ultimo viaggio per riabbracciare i propri cari.
 

 

Secondo il racconto reso dalla 28enne, il marito ieri l'ha presa a calci e pugni perché le voleva imporre l'uso di abiti lunghi e del burqa, per poi rinchiuderla nel bagno per impedirle di chiedere aiuto. La donna è però riuscita a scappare, ed una volta in strada si è accasciata al suolo: alcuni vicini hanno allertato i carabinieri, ai quali la malcapitata ha raccontato che il marito l'aveva più volte picchiata rimproverandola di comportarsi «troppo alla occidentale».

La vicenda ha lasciato sgomenti i vicini di casa in via Casamiranda, dove l'uomo, in Italia da circa 30 anni, era conosciuto in quanto si prestava a riparare televisori. Spesso, secondo i residenti, lo si vedeva in giro con il figlioletto di due anni, ma nessuno sembra averlo visto mai con la moglie. «Lei la vedevamo poco - raccontano alcuni vicini - prima accompagnava la bambina grande a scuola, ma ultimamente ha detto che l'aveva lasciata in Marocco e che voleva tornare lì anche lei. Lui sembra tanto una brava persona, mai sentito urlare, sempre gentile con tutti. Ci meraviglia che sia arrivato a tanto».
 

L'uomo è stato portato nel carcere di Poggioreale e, secondo alcune indiscrezioni, pare abbia dichiarato ai militari di essere preoccupato per la richiesta di divorzio della donna che voleva portare via pure il figlioletto di due anni.

Incredulità per l'accaduto è stata espressa anche dal sindaco della cittadina vesuviana, Lello Abete, il quale ha sottolineato di «condannare qualsivoglia violenza». «Se le accuse fossero confermate - ha aggiunto - ci troviamo di fronte ad una vicenda molto grave.
Ai nostri servizi sociali, però, la donna non si è mai rivolta, e non conosciamo né lei né il marito».

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