Oblomov, continua l'avventura
di Igort, vagabondo del Manga

Una nuova tavola di Igort da "Il vagabondo del Manga"
Una nuova tavola di Igort da "Il vagabondo del Manga"
di Donatella Trotta
Mercoledì 17 Maggio 2017, 18:46
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Il “vagabondo del Manga” ha trovato un nuovo approdo. E ora, il suo viaggio liquido e intercontinentale tra Giappone e Occidente, tra segni e disegni si affianca alla Nave di Teseo. Sotto la buona stella, naturalmente, di Umberto Eco, che – assicura Elisabetta Sgarbi - «avrebbe molto amato questo progetto». Si chiama Oblomov la nuova casa editrice fondata da Igor Tuveri, in arte Igort, che sarà presentata per la prima volta al Salone del libro di Torino dai due soci venerdì 19 maggio, alle 18.30, nello Spazio incontri. Una notizia attesa, dopo il doloroso strappo consumato da Igort con la sua Coconino Press, alla quale l’artista cult aveva dedicato 18 anni di passioni e visioni.

Ma adesso, la svolta della maturità. Un progetto editoriale innovativo, indipendente, originale, fluido. «Una specie di risarcimento affettivo e professionale nel consolidamento di rapporti profondi, moltiplicati da un cenacolo di autori che si frequentano e si confrontano anche con una tre giorni annuale, “il sofà di Oblomov”, concepita in pieno relax per il gusto di stare e progettare insieme», racconta Igort. Che prevede alleanze solidali e nuovi orizzonti di esplorazione del racconto disegnato, e non solo. Che fa delle ibridazioni un metodo di lavoro. E che aspira a superare «fuori da logiche prestabilite… il concetto di concorrenza, miope e privo di prospettiva», come recita il manifesto teorico della nuova casa editrice. Un’opera aperta, appunto: non apocalittica né integrata, semmai (pro)vocatoria nel solco simbolico dell’antieroe di Ivan Aleksandrovič Gončarov che ne ha ispirato il nome: testimonial per eccellenza di quel “preferirei di no” che in parte lo accomuna al melvilliano Bartleby lo scrivano, ma - soprattutto - è paradigma di quel nucleo originario del romanzo dello scrittore russo che è anche il cuore del progetto di Igort: il sogno.

«Oblomov – ironizza Igort – è l’”editore pigro” che non inonderà di libri gli scaffali delle rivendite; adombra una fucina tranquilla di idee dove si dia spazio al tempo - senza il quale non è data l’eccellenza -, un laboratorio attento alla meticolosa cura creativa ma senza isterie produttivistiche (non più di 35 titoli ogni anno), un cenacolo di autori ed editor legati da relazioni autentiche e visioni condivise che vengono da lontano, in un panorama internazionale in piena espansione». Uno scenario editoriale dove il fenomeno graphic novel, che fino a 18 anni fa non aveva nemmeno una ragione industriale, è ora in verticale ascesa con circa il 37% di incremento delle vendite nel solo ultimo anno, secondo dati ufficiali AIE.

In tale contesto il “patto” con la Nave di Teseo rappresenta una sfida, così sintetizzata da Elisabetta Sgarbi: «La proposta di Igort – spiega la patron della Nave di Teseo - ci è parsa subito, oltre che un onore, una straordinaria occasione per un allargamento degli orizzonti. Questa alleanza non solo rappresenta un ingresso dalla porta principale in un ambito editoriale in crescita, in cui l’Italia rappresenta il quarto mercato mondiale dopo America, Giappone e Francia, ma anche - aspetto per me molto importante - la possibilità di offrire agli autori qualcosa in più in direzione della creatività». Le fa eco Igort: «L'editrice Oblomov è una sorta di opera situazionista, un organismo vivente e pulsante fatto di idee, progetti e sogni meticci sgorgati da una esperienza precisa – sottolinea – che ha portato, nel corso di due decenni di lavoro e di acquisizione di un metodo mutuato dalla mia collaborazione con la più grande casa editrice giapponese, la Kodansha, una scena italiana di autori a imporsi sul piano internazionale. Il graphic novel ha oggi un valore culturale simbolico molto importante, è una delle forme contemporanee del romanzo che sta dando i suoi frutti in Europa». Qualche anticipazione concreta? La prima uscita, manco a dirlo, sarà il seguito dei Quaderni giapponesi di Igort, con il titolo Il vagabondo del Manga. E da agosto, si va a pieno regime.

«Il linguaggio del fumetto – dice Igort – è ancora tutto da esplorare: siamo ora nella seconda fase di una rivoluzione riuscita, in cui la curiosità dei lettori è pari solo alla voglia di esplorare nuovi territori da parte dei narratori. E gli scenari da (ri)scoprire vanno dal romanzo di lungo respiro al reportage disegnato, dalla riscrittura del mito al nuovo romanzo storico, sino al saggio a fumetti e al diario di viaggio. Abbiamo progetti ambiziosi: sviluppare ogni declinazione di questa disciplina narrativa e artistica; far conoscere il mawa, il manga cinese, legato alla bellezza della tradizione pittorica anche grazie al talento straordinario di un'autrice ventenne sorprendente; esplorare la realtà anche attraverso serie e miniserie e diffondere il Patto del Loto d’Oro: accordo tra diverse realtà editoriali indipendenti come Tunué, sodale di Blomov che punta a lanciare progetti speciali coinvolgendo anche editori in Francia e Spagna per condividere e diffondere il nuovo pop: l’epica del meticciato». 
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