Statali, via libera alla riforma. Dalle visite Inps ai licenziamenti, ecco le novità

Marianna Madia
Marianna Madia
Venerdì 19 Maggio 2017, 15:18 - Ultimo agg. 20 Maggio, 09:05
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Via libera definitivo del governo alla riforma del pubblico impiego. Il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto legislativo che introduce modifiche e integrazioni al Testo unico del pubblico impiego. Sull'approvazione dei due decreti «era tutto ampiamente anticipato» dice il ministro Marianna Madia in conferenza stampa. «L'iter è continuato nel modo che doveva avere» ha aggiunto.

Tra le novità dei due dlgs le nuove norme in materia di responsabilità disciplinare dei pubblici dipendenti, per accelerare e rendere effettiva l'azione disciplinare; il polo unico Inps per le visite fiscali; le modifiche alla valutazione delle performance dei dipendenti per ottimizzare la produttività del lavoro pubblico e di garantire efficienza e trasparenza della Pa. «Dal primo settembre», ha spiegato il ministro, ci sarà un polo unico per le visite fiscali, con le competenze sui controlli che passeranno dalle Asl all'Inps, omologando il settore pubblico a quello privato.

Ecco le principali novità. Innanzitutto cambiano le regole per entrare e uscire dagli uffici pubblici. Si passerà da
un'impostazione rigida delle assunzioni a un modello che guarda alle esigenze concrete. Viene tracciata una roadmap per assorbire coloro che entro il 2018 abbiano maturato tre anni di  servizio. Quanto al procedimento per il licenziamento, non potrà essere annullato per cavilli purché ad esempio, e questo dovrebbe essere una novità dell'ultima ora, lo sforamento dei tempi raddoppi la durata dell'azione (portandola a 180 giorni). Per gli statali resta salvo l'art.18 con un tetto di 24 mensilità per il risarcimento.

Il giudizio dei cittadini conterà ai fini del 'votò. Le pagelle non saranno più vincolate alle 'gabbiè della legge Brunetta ma i contratti dovranno garantire una differenziazione: niente premi a pioggia. L'ultima stesura del provvedimento dovrebbe rendere più 'morbidà la ripartizione del salario accessorio e prevedere che il 50% vada a remunerare la produttività solo se ci sono abbastanza fondi, visto che con l'accessorio c'è da fare fronte anche alle identità di turno (si pensi agli ospedali). Per salvare i premi, porrebbe spuntare anche un ulteriore alleggerimento dei piani di rientro negli enti in rosso. Saranno messi tetti ai fondi per premi laddove risultino tassi di assenteismo anomalo, concentrato a ridosso del fine settimana o in date da bollino rosso.
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