Elvis 40 anni dopo: mostre e dischi
per dire che resta il re

Elvis 40 anni dopo: mostre e dischi per dire che resta il re
di Federico Vacalebre
Mercoledì 2 Agosto 2017, 21:31 - Ultimo agg. 21:37
3 Minuti di Lettura

Anche l’Italia si prepara a celebrare i quarant’anni dalla morte di Elvis Aaron Presley, scomparso il 16 agosto 1977. A Senigallia quelli del «Summer jamboree» non si sono fatti naturalmente scappare l’occasione ed hanno ottenuto dall’«Elvis museum on tour»le memorabilia raccolte nella mostra visitabile sino al 6 agosto al palazzetto Baviera di Senigallia: in esposizione la chitarra Hagstrom rossa appartenuta al re del rock and roll, abiti di scena, il foglio di congedo da militare nel 1960, il primo dollaro guadagnato, dischi, premi, gioielli con il ciondolo «TCB» («taking care of business», il suo motto)... All’uomo di Graceland sarà dedicata, poi, una sezione della settima edizione di «Rock!», la mostra napoletana curata da Carmine Aymone e Michelangelo Iossa: al Pan dal 2 al 30 settembre arriveranno - anche in questo caso dall’«Elvis museum on tour» - la camicia militare indossata durante il servizio di leva a Friedberg, Germania, dove conobbe la futura moglie Priscilla; il distintivo da sceriffo della contea di Shelby consegnatogli il 28 dicembre 1970; il quotidiano «Memphis Press Scimitar» del 17 agosto 1977, il giorno dopo la morte. Con corredo di narrazioni e copie del testamento e di lettere, più uno zoom napoletano sul periodo di «’O sole mio/It’s now or never» e di «Torna a Surriento/Surrender» grazie alla collaborazione con la Fondazione Bideri.
In attesa dei festeggiamenti americani, intanto, è appena uscito «A boy from Tupelo: the complete 1953-1955 recordings», la più ricca collezione di prime incisioni di Elvis mai compilata. Tre cd con tutti i master, e gli outtake, del periodo Sun Records, più performance dal vivo, registrazioni radiofoniche, i primi acetati autoprodotti («My happiness» e «That’s when your heartaches begin» incisi nel luglio del 1953 e «I’ll never stand in your way»/ «It wouldn’t be the same (without you)», registrati il 4 gennaio 1954), un’incisione appena rinvenuta e sinora inedita («I forgot to remember to forget», catturata al Louisiana Hayride, Shreveport, Louisiana, il 29 ottobre 1955) , un libretto di 120 pagine con foto rare e preziosissime note che scandiscono il sogno americano del ragazzo di Tupelo che poi sconvolgerà il mondo, non solo della musica. A completare l’operazione nostalgia e a complicare la vita ai collezionisti, c’è anche «A boy from Tupelo: the Sun masters», cofanetto di vinili 12’’: sempre sia lode a Sam Phillips certo, ma soprattutto alla chitarra di Scotty Moore e al basso di Bill Black .
La voce, per quanto immatura, è puro miele a stelle e a strisce: blues, pop, hillybilly, country e swing si (con)fondono nel calderone da cui verrà fuori il rock and roll, poi nulla sarà come prima, nemmeno Presley che, messo sotto contratto dalla Rca, diventerà uno degli artisti più importanti, e pagati, di tutti i tempi, il Re, ancora oggi un mito. Che per qualcuno è ancora vivo, ma quella è un’altra storia, sospesa tra leggenda e fake news. Ai re succede.
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA