La grande caccia allo squalo

La grande caccia allo squalo
Venerdì 4 Agosto 2017, 15:20
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Anfetamine e manie di protagonismo, grandi giri di ritmo e parole a cascata, mai noia, sempre stupore. È Hunter S. Thompson, un caso strano di scrittore, inventore del Gonzo Journalism, che fece sentire all’America che leggeva una musica nuova, che dalle sue pagine arriva alle orecchie del paese. Artigiano lisergico, caparbio assertore dell’andare sempre a vedere e mai da sobri, Thompson è l’esagerazione che porta a casa il reportage, stando sul baratro. E che Bompiani propone in forma ridotta – ma non per questo meno bella – con “La grande caccia allo squalo”, dove si vede e soprattutto sente – anche in traduzione (di Paolo Falcone) – la grandezza di Thompson, il suo scrivere convulso surfando sulla pagina, riuscendo a cavalcare le onde di storie che creava in piscine apparentemente vuote, senza cadere mai. Esibendo paure e difficoltà, debolezze e forza, con elettricità ad altissimo voltaggio, senza preoccuparsi di rileggere, allacciando respiro e parole, vita esagerata e scrittura.  
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