Palinuro rap al Millionaire
da Guè Pequeno a Luche'

Guè Pequeno
Guè Pequeno
di Stefano Prestisimone
Sabato 5 Agosto 2017, 22:25
3 Minuti di Lettura
Rime baciate, testi al vetriolo e freestyle. Palinuro, orfana dei suoi locali storici, punta sul rap per l’estate grazie al Millionaire (via Acqua del Lauro), ex megadiscoteca all’aperto che faceva furore negli ‘80-’90 con nomi diversi dall’attuale e che può contenere fino a 2.000 spettatori.
La «Summer season 2017» organizzata da Gerry Fusco, scatta stanotte con una festa del ritmo intitolata «Muevelo», poi arrivano i concerti: il 10 agosto Enzo Dong, autore di «Secondigliano regna», brano cult della seconda stagione di «Gomorra», quindi il 12 una star hip hop come Gué Pequeno, alias Cosimo Fini, milanese fondatore dei Club Dogo, secondo in hit parade con il suo album «Gentleman». Poi dopo la serata di Ferragosto, arriva il 17 Luchè. Si chiude il 19 con Little Louie Vega, habituè di Palinuro da quasi vent’anni, per la gioia degli house addict.
«È una svolta rispetto al passato, il rap a Palinuro si era visto e sentito pochissimo perché si preferiva sempre accontentare un pubblico adulto con il pop italiano, soprattutto melodico, distribuiti nel corso dell’estate. Provo a cambiare rotta con questa raffica di concerti di paladini dei giovani», spiega Fusco.
Il primo dei due napoletani protagonisti del cartellone è Enzo Dong, acronimo che sta per «dove ognuno nasce giudicato». 27 anni, comincia a muovere i primi passi nel rap e nell’hip hop alla periferia di Napoli, in quel triangolo tra Piscinola, Secondigliano e Scampia dove esplode l’urlo del disagio sociale e che ha prodotto rapper e writer in quantità industriale. L’esordio a 15 anni, il primo singolo ufficiale lo registra nel 2012, oi arriva «Secondigliano regna», inserito nel finale di stagione di «Gomorra, la serie»: «La mia carriera ha avuto un impulso ma non la definirei una svolta, perché quella non è ancora arrivata. E, poi, ho conquistato maggior attenzione con “Higuain”, al centro di tante polemiche per il testo, e “Italia Uno”. Sento di aver appena iniziato a fare la musica che desidero, ho tantissime cose da proporre. Tornando a “Gomorra”, la chance è nata stando sul set della serie, visto che avevo una particina nella paranza di “’o Track”. Registi e addetti ai lavori hanno cominciato a chiedermi dei miei brani, e da lì è partito tutto. A Palinuro rapperò ovviamente “Secondigliano regna”, ma il mio concerto dipende molto dall’alchimia che si crea con il pubblico», spiega lui.
Il 17 agosto toccherà a Luchè, oggi 36enne, in pista da un ventennio, cioè dal ‘97 quando con ‘Ntò fondò i Co’Sang”, poi sciolti nel 2012, restando perà fedele alla «poesia cruda» degli esordi: «I miei sono versi che può concepire solo chi viene dalla mia terra», racconta, forte del successo arrivato con il terzo album: dopo l’esordio da solista con «L1» ed il bis di «L2» «Malammore» ne ha fatto un protagonista assoluto della scena, trainato da un singolo «’O primmo ammore», anch’esso usato nella fiction savianea, ma anche da un sold out al Palapartenope che ha fatto gola a molti. ««Il mio è, in qualche modo, un gangsta rap, ma particolare, non mi vanto certo di uccidere poliziotti o di commettere crimini, mi limito a osservare la realtà delle mie zone. Ed è una realtà di disperazione, senza redenzione. La salvezza può essere solo individuale, frutto di una scelta personale, “Gomorra” mostra la realtà senza filtri, ma non dice falsità. Se si vuol fare un racconto realistico bisogna fare così».
 
© RIPRODUZIONE RISERVATA