Gli editor, una macchina da scrivere e una sedia

Gli editor, una macchina da scrivere e una sedia
Venerdì 22 Settembre 2017, 11:45
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Nell’ambito del culturalmente interessante – anni fa Arbasino già segnalava questa categoria come out – c’è la scoperta dell’editor. Con l’abbassamento della lingua e la creazione di scrittori presi in prestito dalla notorietà avuta perlopiù sul web, con conseguente creazione di una categoria, l’editor diventa fondamentale. Spesso lo è anche per i mezzi scrittori, gli scrittorelli, le scrittrici-mamme e/o avvocatesse, giudici, architetti, medici, colonnelli, e altri maneggiati funzionali. E quindi si parte da lontano, un tamtam graduale che confluisce nelle librerie, e nei convegni. Si scomoda un papa come Bobi Bazlen per giustificare i chierichetti che manipolano con lifting accomodanti i manoscritti dei dj, dei contestatori e dei manager. È l’edificazione di una nuova editoria, che vede l’editor più scrittore dello scrittore che firma il libro. E pensare che Bukowski quando gli han chiesto cosa serve per scrivere lui sembra abbia risposto che servono due cose: una macchina da scrivere e una sedia. E delle volte è difficile trovare la sedia, sembra dicesse Bukowski. 
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