M5S, concorsi truccati: «Noi li abbiamo denunciati un anno fa»

Cammarano e Siano
Cammarano e Siano
di Giovanna Di Giorgio
Martedì 26 Settembre 2017, 19:19
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Il caso del professore Pierluigi Siano - denunciato da Il Mattino on line - torna a galla dopo i fatti di Firenze. A rilanciarlo sono esponenti campani del M5S. «Ci occupiamo del baronato dei docenti universitari già da un anno. Nell’indifferenza generale, appena 15 giorni fa, il M5S presentava una duplice interrogazione sia in Regione Campania, a mia firma - afferma il consigliere regionale Michele Cammarano - che in Parlamento, a firma dei deputati Angelo Tofalo e Luigi Gallo, in merito ai fatti denunciati da un professore associato dell'Università di Salerno che, in sede di concorso, aveva ravvisato alcune irregolarità. Il problema dei concorsi universitari lo conoscono tutti, studenti, genitori, assistenti, politici, professori, rettori. Eppure fino a qualche giorno fa sembrava una normale prassi italiana – denuncia Cammarano – Questa mattina dopo aver letto le agenzie di stampa, mi sono chiesto dove siano stati fino ad oggi il Consigliere regionale dei Verdi Francesco Emilio Borrelli(componente della Commissione Università e fondatore de “La Confederazione”, associazione studentesca del Mezzogiorno) che stamattina, con il leader dei Verdi di Napoli Gabriele Capobianco, nell’orda dell’audience mediatica si affanna a rilasciare dichiarazioni sull’esistenza di “un sistema di illegalità diffuso che va scardinato”. Perché non è intervenuto prima visto il suo punto di osservazione all’interno degli atenei? Noi lo abbiamo fatto e non abbiamo trovato nessuno che volesse lottare con noi. Crediamo che la battaglia contro la gestione clientelare delle procedure concorsuali dell’università, vada fatta sempre e non solo quando il clamore mediatico richiede il rilascio di una dichiarazione?».   
 
A Cammarano fa eco Tofalo, deputato salernitano membro del Copasir: «Lode al coraggio di Pierluigi Siano e di tutti quelli che si ribellano a un contesto di omertà e sottomissione ai poteri forti – commenta - Constatiamo l'ipocrisia di chi si erge solo oggi a paladino dei giusti, quando le manette tintinnano e quando i media proclamano. Chiediamo di verificare se quanto avvenuto e denunciato a Salerno sia la normale prassi di reclutamento del personale docente e chiediamo di intervenire immediatamente affinché gli atenei si attengano alle leggi ma soprattutto al rispetto del merito dei candidati. Lo chiedono i nostri studenti».
 
Il caso del professore associato Pierluigi Siano inizia a giugno, quando il docente spulcia i criteri stabiliti dalla commissione e si accorge che sembrano ricalcare il profilo di uno dei candidati. Dopo aver inviato, invano, al rettore Aurelio Tommasetti un atto di significazione per contestare i criteri adottati dalla commissione e chiedere l'attivazione di procedure per eliminare le difformità, Siano, assistito dagli avvocati Roberto De Masi e Giovanni Battista Vignola, si rivolge alla Procura della Repubblica di Nocera Inferiore. Subito dopo, a sorpresa, arrivano le dimissioni da parte del presidente della commissione che, stando alla motivazione riportata nel decreto con cui il rettore le ha accolte, si sarebbe dimesso perché «l’apertura dei plichi contenenti la documentazione prodotta dai candidati ha fatto emergere nella maggior parte dei candidati la presenza di pubblicazioni di cui lo stesso risulta coautore e in particolare un candidato ha prodotto 12 pubblicazioni da valutare, tutte in collaborazione con il presidente». Un conflitto d’interessi, insomma, che per il professore Siano poteva e doveva essere preso in considerazione molto prima.
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