Reggio Calabria, già in libertà il nigeriano che ha aggredito il sindaco di Cinquefrondi e i carabinieri

Michele Conia
Michele Conia
di Mario Meliadò
Martedì 26 Settembre 2017, 18:35 - Ultimo agg. 27 Settembre, 00:42
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Resta in libertà, nonostante le accse di violenza e resistenza a pubblico ufficiale, il nigeriano Monday Omorogbe, 37enne inserito nello Sprar di Cinquefrondi (Reggio Calabria) che domenica scorsa ha aggredito il sindaco Michele Conia, per poi prendere a calci e pugni i carabinieri facendosi scudo della figlioletta di 4 mesi.

Assistito da un avvocato d’ufficio, Michele Foriglio, Omorogbe ha appreso che il vero e proprio giudizio a suo carico si terrà con rito abbreviato il 3 novembre prossimo. Nel frattempo, l’extracomunitario rimarrà però in libertà, col solo obbligo di firma.

Appena 48 ore fa, dopo aver dato in escandescenze creando il panico nel bel mezzo di una riunione sui temi dell’immigrazione alla Mediateca comunale “Creazzo”, per Monday erano inevitabilmente scattate le manette: la decisione del giudice di rimetterlo in libertà ha creato subbuglio nella piccola comunità. Tanto che i coordinatori del locale Sprar hanno esplicitamente chiesto agli operatori del servizio d’assistenza a profughi e richiedenti asilo di non andare a lavorare, almeno per il momento, per non rischiare possibili ulteriori attriti (o situazioni anche peggiori) col 37enne nigeriano.

In un comunicato stampa, intanto, il sindaco di Cinquefrondi Conia fa presente d’aver chiesto l’allontanamento di Omorogbe e che la sua azione violenta è stata «consequenziale proprio ai miei rifiuti e alla mia durezza nel respingere richieste pretestuose e il suo reiterato comportamento scorretto», al pari delle minacce di morte profferite nei confronti del primo cittadino. Il nodo, ad avviso di Michele Conia, è che «essere antirazzista non significa e non deve significare difendere “tutto” ciò che viene compiuto» bensì, al contrario, «condannare in modo fermo e forte ogni atteggiamento scorretto, che danneggia gli altri immigrati divenendo “mezzo” di speculazioni e di “facili” generalizzazioni», mentre tutti gli altri extracomunitari di stanza a Cinquefrondi risultano pacifici e «perfettamente integrati».

Non solo: il giovane amministratore, nel rammentare come sia indispensabile «che tutte e tutti rispettino i doveri e le regole», chiede al contempo «una seria valutazione preventiva dei soggetti che avrebbero diritto a beneficiare dei servizi dell’accoglienza». , Omorogbe ha appreso che il vero e proprio giudizio a suo carico si terrà con rito abbreviato il 3 novembre prossimo. Nel frattempo, l’extracomunitario “scalmanato” rimarrà però in libertà, col solo obbligo di firma quale (blanda) misura cautelare.

 

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