Napoli, stop del Comune al bus «No gender». Ma è polemica: «Metodi fascisti»

Napoli, stop del Comune al bus «No gender». Ma è polemica: «Metodi fascisti»
di Carlo Porcaro
Venerdì 29 Settembre 2017, 11:58 - Ultimo agg. 12:59
4 Minuti di Lettura

Avevano promesso «non passerà» e così è stato. Dopo il caso di Matteo Salvini a cui fu negata una sala della Mostra d'Oltremare poi concessa dalla Prefettura per ragioni di ordine pubblico, niente «Bus delle libertà» oggi a Napoli. Il Comune ha infatti revocato l'autorizzazione alla circolazione a poche ore dall'evento, previsto per le 12 in piazza Trieste e Trento. Si tratta della campagna nazionale promossa dalle associazioni del Family Day CitizenGO Italia e Generazione Famiglia in giro per l'Italia contro la teoria «no gender» (quella che nega differenze di genere promuovendo il rispetto della persona indipendentemente dal sesso) a scuola: stamattina ci sarebbe dovuta essere la tappa napoletana del bus arancione recante la scritta «I bambini sono maschi, le bambine sono femmine».

«Lo staff del sindaco lamenta il fatto che la richiesta di autorizzazione non faceva esplicito riferimento alla campagna transfobica del cosiddetto Bus della Libertà - scrivono in una nota gli organizzatori - Purtroppo per loro l'assessore alla Mobilità del Comune aveva già firmato l'autorizzazione.

Il sindaco si è accorto del guaio politico e ha incaricato la delegata per le Pari Opportunità, Simonetta Marino, di diramare un comunicato stampa contro l'evento da loro stessi già autorizzato, bollandolo come discriminatorio e violento». Ancora più netto il portavoce del Family Day, Massimo Gandolfini: «La democrazia a senso unico si manifesta in questo modo qui, ovvero negando l'agibilità politica ad ogni espressione del pensiero che non corrisponde ai canoni del politicamente corretto». «Questa è la libertà a senso unico della sinistra: se la pensi come loro sei democratico e intelligente, se la pensi in un altro modo sei un ignorante retrogrado e meriti la censura. Fratelli d'Italia si rivolge al prefetto di Napoli: garantisca lo svolgimento dell'iniziativa e difenda il diritto costituzionale di tutti, nessuno escluso, di esprimere le proprie idee», ha aggiunto il numero di Fdi, Giorgia Meloni.

Anche il senatore di «Idea» Carlo Giovanardi ha chiesto al prefetto Carmela Pagano «di garantire la libertà di esprimere i propri convincimenti che il sindaco de Magistris vuole vergognosamente negare alle associazioni del Family Day che denunciano la colonizzazione ideologica della teoria gender nelle scuole». Il deputato Alessandro Pagano, della Lega-Noi con Salvini, parla di «metodi fascisti» del primo cittadino, mentre il senatore di Fi, Lucio Malan, dice che de Magistris «si è schierato contro la libertà d'espressione, contro le famiglie, contro il loro diritto-dovere di educare i figli».

Nei giorni scorsi pezzi di maggioranza arancione e il Comitato Rainbow avevano annunciato iniziative di protesta. «Li ringraziamo per averci ricordato ancora una volta la differenza tra genitali maschili e femminili (cosa della quale tutto il movimento lgbt è ben consapevole, così come lo sono i bambini all'età di 4 anni) - sostiene il Comitato Rainbow - ma quello che sfugge al Popolo della Famiglia è l'evoluzione individuale, psicologica, e oserei dire, ironicamente, anche della specie. Con l'inizio dell'anno scolastico il Popolo della Famiglia comincia ad allarmarsi facendo puro terrorismo informativo».

Non ci saranno né il bus né l'eventuale informazione: il Comune ha detto di «no» creando un nuovo precedente nel rapporto tra le istituzioni del territorio. All'epoca del comizio del leader leghista a Fuorigrotta, il sindaco dovette piegarsi alla prioritaria esigenza della sicurezza che poi comunque venne a mancare fuori dalla Mostra per le intemperanze dei centri sociali.

© RIPRODUZIONE RISERVATA