Reggio Calabria, muore a 17 anni dopo un doppio ricovero

Il "Grande ospedale metropolitano" di Reggio Calabria
Il "Grande ospedale metropolitano" di Reggio Calabria
di Mario Meliadò
Mercoledì 11 Ottobre 2017, 21:36 - Ultimo agg. 12 Ottobre, 17:03
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Una morte apparentemente inspiegabile, quella di Domenico, un ragazzo di Reggio Calabria di appena 17 anni, studente all’ultimo anno delle superiori. Ricoverato per improvvisi dolori addominali, poi dimesso, quindi sottoposto a un secondo ricovero terminato soltanto col suo decesso per «insufficienza multiorgano».
 
Domenica scorsa, al Grande ospedale metropolitano della città dello Stretto, l’epilogo amaro di una vicenda dura da digerire. Crisi di vomito, anche tra i banchi di scuola, fitte al ventre le prime “spie” di un malessere mai neppure affacciatosi nella vita dell’adolescente. In seguito però l’adolescente non ce la fa neanche ad andare a scuola. Quattro giorni più tardi il primo ricovero: dopo i controlli ritenuti più pertinenti, che non avrebbero lasciato adito a particolari perplessità, i sanitari del nosocomio hanno dimesso il giovane paziente, non avendo riscontrato «alcuna patologia».
 
Alcuni giorni dopo però il complesso di sintomi s’è ripresentato in tutta la sua gravità, al punto da richiedere un nuovo ricovero e stavolta in Neurologia. Il giovane pur restando cosciente e a dispetto dell’esito negativo di tutti i test, continuava ad avvertire fitte sempre meno gestibili. Qualche altro giorno, e il ragazzo non è più in grado di camminare; quasi contemporaneamente, Domenico lamentava di non vedere neanche più, tranne che in alcuni momenti.

Trascorsa quasi una settimana, sabato scorso lo stato di salute del ragazzo era ormai talmente preoccupante da far optare i medici per l’immediato trasferimento in Rianimazione. Una manciata di ore, e il giovane è spirato appunto per il cattivo funzionamento di una pluralità di organi vitali: eppure, stando al racconto dei genitori del povero Domenico, sarebbero loro a essersi opposti a un nuovo iter per dimettere il paziente, per il quale i medici reggini non sarebbero riusciti a formulare alcuna diagnosi.
 
Questa morte lascia parecchi punti interrogativi su tutti i fronti, e non è un caso che sia i familiari dell’adolescente deceduto sia gli stessi sanitari degli Ospedali Riuniti spingano per l’autorizzazione all’esame autoptico. Gli inconsolabili genitori del ragazzo, ipotizzando un caso letale di malasanità, hanno già sporto denuncia in Procura e si sono muniti di uno staff giuridico-sanitario che consenta loro di “vederci chiaro” fino in fondo. «Me l’hanno ammazzato – strepita la madre –, se l’avessero curato a dovere prima, Domenico sarebbe ancora qui con me».

Anche l’Udicon (Unione per la difesa dei consumatori) chiede che si compia ogni sforzo per porre in evidenza la reale causa del decesso: «Nonostante i due ricoveri nel reparto di Rianimazione al presidio Ospedali Riuniti di Reggio Calabria, non s’è riusciti a capire cosa avesse il ragazzo – commenta il presidente dell’organismo consumeristico, Denis Nesci –. Non possiamo chiudere gli occhi davanti a questi episodi, ed è nella nostra prassi richiedere una verifica delle circostanze che hanno portato a quest’assurdo evento che per nulla al mondo dovrà ripetersi».
 
Intanto, la Direzione strategica del Gom di Reggio Calabria (direttore generale, Frank Benedetto) ha aperto un’inchiesta interna e per le prossime ore ha programmato un vertice per dipanare i tanti dubbi che persistono sull’accaduto.
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