La vicenda è stata sollevata su Facebook dal padre di Carlo, Filippo Donati, albergatore e presidente della Assohotel nazionale. «Mio figlio ha telefonato, è a Bologna ed è affranto. Aveva la voce bassa, biascicava le parole ed ho sentito dirgli una cosa devastante. All'appuntamento per gli accordi, con l'affittuario, si sono visti respingere e liquidare in meno di cinque minuti, perché il suo amico Yosef è "negro". Non ho altro da aggiungere, per il momento, se non che andrò molto presto a Bologna» In particolare, ha scritto l'albergatore ravennate nel suo post, «lui e Yosef, suo amico da una decina di anni, hanno deciso di condividere l'appartamento, si sono dati un budget e mi hanno pure chiesto di aiutarli a trovare qualche lavoretto, durante i loro week end a Ravenna, per tentare di essere indipendenti».
Sul fatto, sempre su Facebook si è espressa, anche Valentina Morigi, assessore comunale di Ravenna con delega a bilancio, partecipazione, servizi sociali, casa, politiche giovanili, immigrazione. «Grazie a Filippo Donati e a suo figlio Carlo - ha scritto in un post - ho potuto mettermi in contatto con Yosef. È un episodio di una gravità enorme - ha aggiunto - una vicenda "surreale", per usare le parole di Yosef».
Sulla vicenda interviene anche il sindaco di Bologna Virginio Merola: «Se sarà appurato che è così è una cosa da deprecare, ma Bologna è altro. È giusto condannare i singoli fatti - ha detto Merola a margine del Cittadinanza Day - ma invito a evidenziare anche i tanti cittadini bolognesi che dicono sì all'accoglienza e si danno da fare con associazioni e imprese».
Secondo Merola la colpa è anche di un «battage irresponsabile» sul tema dell' immigrazione, che va contrastato con «la forza degli argomenti e dei fatti». «Bologna ha il 30% dei suoi cittadini nati a Bologna - ha concluso - vive di queste diversità e non mi pare che sia una kasbah infrequentabile».