Con il Festival Italiques un ponte tra Italia e Francia nella sfida culturale della libraia pasionaria Marie-Eve Venturino

Marie-Eve Venturino
Marie-Eve Venturino
di Donatella Trotta
Sabato 21 Ottobre 2017, 21:23
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Letteratura, fumetti, scienze umane, religione, traduzioni. Dialoghi su testi raffinati, e poi laboratori e incontri per e con i bambini, accanto a reading e performances con autori, illustratori ed editori d’Oltralpe. Nel segno del forte legame tra la civiltà francese e quella italiana, e di una rinnovata offerta (inter)culturale in spazi totalmente ristrutturati. Prende il via oggi nel cuore di Roma, nella “nuova” libreria francese Stendhal (Piazza di S. Luigi de' Francesi, 23 a due passi dal Pantheon) ora gestita dalla giovane Marie-Ève Venturino – un’esperienza ventennale, spesa per dieci anni da dipendente della struttura a Roma - il «Festival Italiques». Che fino al 28 ottobre alternerà incontri d’autore, appuntamenti creativi e altre sorprese: quasi a voler connotare, con un preciso biglietto da visita, l’identità versatile offerta dall’accorto restyling dello spazio (una ristrutturazione durata un anno e terminata lo scorso agosto) rivisitato ora, nella gestione della nuova proprietaria, anche come centro culturale, luogo di aggregazione e sito di confronto e approfondimento interculturale, non consueto né scontato.

Anteprima della settimana di eventi stasera, con Alberto Angela che ha presentato il suo nuovo libro Le trois jours de Pompeii, uscito in Francia dall’editore Payot. Appuntamento al quale farà seguito, lunedì 23 ottobre, una giornata di incontri: alle 9, con Edmond Galasso per una “prima colazione” sulle orme di Stendhal a Roma; alle 18 con la lecture-performance della poetessa e scrittrice Emmanuelle Pireyre; e alle 19 con il dialogo attorno al libro Ma durée Pontormo di Pierre Parlant (editions Nous), alla presenza dell’autore e di  Benoit Casas di Nous editore. Il programma prosegue martedì 24 ottobre alle 17.30 con le edizioni Nous e l’Orma che si confronteranno sulla loro esperienza di traduzione, attraverso le testimonianze di Casas e Patrizia Atzei per Nous, e di Lorenzo Fiabbi per l’Orma editore, che presenterà la traduzione di La Riva delle Sirti di Julien Gracq.

Il 25 ottobre, poi, spazio ai laboratori: alle ore 11, con Francesca Tamberlani di Milk Book che illustrerà «l’incanto della lettura in famiglia» attraverso una personale selezione di libri per la prima infanzia (italiani e francesi, tra tra punti di contatto e divergenze) che sanno andare oltre, fare la differenza e prestarsi alle prime condivisioni culturali nel nucleo familiare; alle ore 18.30, invece, dialogo sul fumetto d’autore tra Francia e Italia con David B e Andrea Bruno, moderati da Francesco Boille. Di scienze umane si parlerà invece il 26 e il 27 ottobre: giovedì alle 19, con la conferenza di apertura della “Notte Bianca” di Villa Medici tenuta dallo storico Michel Pastoureau, che analizzerà l’opposizione del nero e del bianco nella Storia; e venerdì, alle 18, con Paolo Virno che racconterà l’influenza dei filosofi francesi sulla sua opera, mentre alle 19.30 Domenico Chianese presenterà il suo libro Imaginons: le visible et l’incoscient, uscito con le Editions Itaque, in dialogo con Pia de Silvestris e Lika Costis. Sabato 28 infine, giornata densa di incontri: si parte alle 9.30 e alle 11.30, con Elia Zardo de «La scuola del fare» che curerà laboratori su come portare i bambini alle lettura guidandoli a “costruire” insieme un libro, per un’esperienza anche fisica di contatto con questo potente strumento di crescita; a seguire, alle 12 e alle 14, «Acrosticando»: innovativo atelier di scrittura creativa con l’esperta di letteratura per ragazzi e fine specialista di libri tattili Laura Anfuso, che condurrà sapientemente alla scoperta e sperimentazione di diversi livelli di acrostico “armata” di carta, penna e… di una benda.

Ancora i bambini e non solo al centro del successivo incontro laboratoriale, alle 14 e alle 15, con Dominique Joly, storica e autrice di libri per ragazzi, sceneggiatrice del fumetto Roma e il suo Impero (della serie «L’histoire du monde en BD»), che parlerà del rapporto tra fumetto e scrittura, mentre dalle 15 alle 17.30 sarà poi la volta di Simone Rea, che firmerà copie del suo Le Vent, pubblicato dalle Éditions Cambourakis; di Daniela Tieni, che autograferà À quoi rêve Marco? (Éditions du Rouergue) e di Daniele Aristarco e Stéphanie Vallati, che firmeranno il loro Federico Fellini (Éditions À dos d’âne), con lettura musicale di Giufà Galati.  E in conclusione, alle ore 19, letteratura protagonista con James Noél che presenterà e leggerà estratti del suo libro Belle merveille, pubblicato dalle edizioni Zulma.
  
Il Festival Italique segna insomma un vero e proprio (ri)lancio, dopo il cambio di nome e di proprietà della storica libreria nata nel 1955, particolarmente significativo per la comunità culturale, non soltanto francese: considerando il rischio (scansato) che questo punto di riferimento non solo librario chiudesse definitivamente, dopo alterne vicende e a causa della crisi che negli ultimi dieci anni ha investito la struttura. Con una diminuzione del 25% del suo giro d’affari – ha sottolineato la Venturino stessa qualche tempo fa in una intervista a Nicolas Gary per «Il Giornale della libreria» - e con un ulteriore peggioramento durante gli ultimi quattro anni, per l’impatto concorrenziale devastante di Amazon Italia sul mercato librario: dove la Libreria Francese avrebbe perso nientemeno che 100mila euro di fatturato solo nel 2012.

Un déja vu, purtroppo. Con librerie storiche in trincea da anni, costrette spesso ad arrendersi (come è avvenuto più volte a Napoli: dalla storica Libreria dei Ragazzi, durata quasi trent'anni, alle librerie Guida, per fare solo due sempi eclatanti. Un amaro  déja vu che però – e questa è la notizia positiva, che vale la pena di raccontare in breve – non si è tradotto, in questo caso, nell’ennesima chiusura di battenti. Magari, a favore di una (ennesima) jeanseria più o meno griffata, o di un bar o pub di grido. Anzi. Ma andiamo con ordine: nel 2014, François D’Avigneau, l’ex proprietario della libreria francese, aveva messo in vendita l’attività da lui acquistata nel 2005. Troppo dura la sfida, apparentemente insostenibile. Ma qui è entrato in gioco il sogno caparbio di una libraia/educatrice alla lettura competente e appassionata, come Marie-Ève, aria sbarazzina e volontà d’acciaio. Una libraia pasionaria, sostenuta peraltro da una politica nazionale (francese) lungimirante e storicamente attenta a investire in cultura.

Molto in sintesi, è successo così che, complice l’annuncio della ministra francese della Cultura Audrey Azoulay di un «Piano di Diversità per il Libro», teso a incrementare i fondi per le librerie francofone storiche all’estero (ma anche a finanziare traduzioni nel bacino del Mediterraneo), Marie-Ève ha avuto la grande opportunità di rilevare lo spazio romano ormai settantennale sul punto di estinguersi e, in collaborazione con il CNL (Centre National du Livre), di portare avanti la complessa pratica per accedere al finanziamento sperimentale per la ripresa dell’attività, con un budget complessivo di 430mila euro (per i lavori di restyling, la formazione, l’acquisizione di un catalogo adeguato, degli stock di libri e le attività di promozione): base di partenza per un’avventura di eccellenza che ha il sapore di una buona sfida, in un Paese di non lettori come l’Italia (dove gli aiuti alle librerie sono inesistenti, l’educazione alla lettura un atto eroico di pochi specialisti motivati, e le biblioteche di quartiere e scolastiche una rarità concentrata in prevalenza al centro-nord), e dove la partita si gioca allora sul dinamismo, sul servizio eccellente e sulla convivialità, spiega Marie-Ève. La quale – radicatasi in Italia per amore del suo compagno, padre dei suoi tre figli dai 7 ai 14 anni, con cui vive in una grande casa ai Castelli Romani – non si lascia intimorire dalle difficoltà.

Dolce e determinata, forte della sua esperienza in un Paese di ricercata vivacità educativa e culturale, spera infatti di vincere la sua partita: come ha rivelato in una intervista sul portale Milk Book, mentre in Italia «manca la cultura dei libri a scuola, con un immobilismo» probabile frutto, per Marie-Eve, «di una precisa volontà politica», in Francia invece «ci sono ottime biblioteche di quartiere e biblioteche scolastiche rivolte a tutte le fasce d’età, in più è previsto un angolo lettura in ogni classe. Ogni maestra ha un piccolo budget personale per costituire il suo angolo lettura da comporre e ingrandire liberamente ogni anno, in base ai suoi progetti». Ma Marie-Ève è fiduciosa. E il segreto lo sintetizza così a Milk Book: «È un lavoro di formiche, ma quando le persone vedono che c’è bellezza e che c’è emozione, rispondono. È tutta una questione di educazione, è un percorso lungo che richiede competenze, pazienza, tenacia. Un libro non è come la tv… La scelta di un libro sottintende una richiesta di relazione, un momento da condividere, per dialogare, per svolgere un’attività insieme, oppure per esercitare la lingua, o per rispondere a delle domande dei bambini. Se tu fornisci la chiave di accesso al libro e, nello stesso tempo, la chiave per relazionarti con il bambino, allora hai vinto». Una battaglia di civiltà, che merita auguri. Di cuore.
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