Detrazioni per i figli, sale il limite di reddito

Detrazioni per i figli, sale il limite di reddito
di Luca Cifoni
Giovedì 23 Novembre 2017, 10:16
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Era stato fissato oltre 20 anni fa, quando c'erano le lire: da allora il limite di reddito al di sotto del quale si può essere considerati familiari a carico ai fini Irpef era rimasto inchiodato a 2.840,51 euro l'anno, ovvero appunto 5 milioni e mezzo di lire. Ieri in commissione Bilancio del Senato la maggioranza ha annunciato l'intenzione di ritoccare verso l'alto questa soglia, portandola idealmente verso i 5mila euro ma più realisticamente intorno ai 4 mila.

Se confermata con un emendamento alla legge di Bilancio, questa sarà una novità apparentemente piccola ma di grande impatto: oggi se in una famiglia uno dei coniugi o un figlio supera magari di poco il limite, svolgendo piccoli lavoretti anche discontinui, fa perdere al principale percettore di reddito detrazioni per carichi di famiglia per centinaia e centinaia di euro. Di fatto si tratta anche di un disincentivo a lavorare oppure di un incentivo a farlo in nero. Di qui la scelta di intervenire con un rialzo che dipenderà dalle risorse disponibili. La questione si intreccia con quella del bonus bebè: il contributo di 960 euro l'anno per tre anni per i nuovi nati, riservato alle famiglie che non superano i 25 mila euro di Isee (indicatore di situazione economica equivalente), è in scadenza e soprattutto la componente centrista della maggioranza preme per una proroga, che però potrebbe essere parziale, ovvero prevedere una soglia più bassa.
 
Si sta poi facendo un'attenta valutazione finanziaria anche su un altro capitolo, quello della sanità. In questo caso le risorse vengono da un possibile aumento del prelievo sul fumo (un centesimo a sigaretta) e le destinazioni possibili sono tre: più fondi al sistema sanitario nazionale per l'acquisto di farmaci ontologici innovativi, intervento sulle liste d'attesa o riduzione del superticket sanitario.

Tra gli emendamenti che porteranno la firma del governo i due importanti sono due: saranno presentati al più tardi entro questa mattina. Il primo è sostanzialmente la traduzione in un articolato di legge dell'intesa con i sindacati in tema di pensioni, condivisa da Cisl e Uil ma non dalla Cgil. Il secondo è ugualmente controverso: si tratta della riforma delle agenzie fiscali che era al centro di un provvedimento ad hoc e poi era stata travasata nel decreto fiscale collegato alla manovra. All'ultimo momento però la norma è stata ritirata e ora dovrebbe confluire nella legge di Bilancio.

Un altro tema importante che dovrà essere definito nella manovra è quello della web tax. Ieri è stato riformulato un emendamento firmato dal senatore Massimo Mucchetti: lo schema prevede una tassa pari al 6 per cento dei ricavi relativi ad una serie di servizi digitali che saranno poi definiti con un successivo decreto del ministero dell'Economia. L'obiettivo è però applicare il prelievo alle multinazionali che non hanno una stabile organizzazione in Italia e quindi non versano sostanzialmente imposte nel nostro Paese. La norma nella nuova versione prevede per le imprese italiane (che le tasse le pagano) un credito di imposta di importo uguale alla tassa da versare. In questo modo le aziende nazionali vengono messe al riparo.
 
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