Roma, uccise a martellate la cognata: condanna dimezzata a 15 anni in Appello

Roma, uccise a martellate la cognata: condanna dimezzata a 15 anni in Appello
Giovedì 7 Dicembre 2017, 15:39 - Ultimo agg. 9 Dicembre, 12:26
2 Minuti di Lettura

Al culmine dell'ennesima lite, colpì a martellate e poi sgozzò la cognata. Condanna pressoché dimezzata in appello per Ghenadie Gontea, il moldavo di 42 anni, arrestato e poi processato per l'omicidio della cognata Natalia Gorbarii, compiuto a Roma nel maggio 2016. Sedici anni di reclusione è la condanna inflitta al giovane dalla prima Corte d'assise d'appello, in riforma della decisione di primo grado che aveva visto il gup Riccardo Amoroso a dicembre dello scorso anno infliggere a Gontea 30 anni di reclusione. La riduzione in appello della condanna è motivata con l'esclusione dell'aggravante della crudeltà contestata.

Era il 15 maggio 2016 quando ci fu la violenta discussione casalinga, finita tragicamente. Ghenadie Gontea, insieme con la moglie, erano ospitati in una casa di via Sinopoli, nel quartiere Appio, dove viveva un anziano cui la donna dava assistenza. Per problemi familiari, la donna era ritornata in Moldavia, sostituita dalla sorella Natalia. La personalità irascibile di Gontea, secondo quanto si è appreso, portò a continui litigi. Quel giorno, la cognata dell'uomo aveva deciso di discutere con il giovane della situazione. Aveva perso la testa dopo aver scoperto che la moglie aveva degli amanti e la sorella la copriva, senza raccontarlo. 

Gontea - che era ubriaco - reagì in malo modo; prese un martello col quale colpì la donna 34 volte, e successivamente utilizzò un coltello da cucina per finire la cognata. Intervenne la polizia, la quale, sul posto, trovò il moldavo in strada; Gontea ammise subito la sua responsabilità. Il corpo martoriato della vittima fu trovato nel corridoio di casa; sul tavolo del salotto c'era uno scritto nel quale l'assassino, tra le altre cose, rappresentava il suo stato depressivo causato dall'abbandono della moglie, e i conseguenti problemi personali.

© RIPRODUZIONE RISERVATA