Pietro Savastano junior e i bambini
delle famiglie di camorra

Pietro Savastano junior e i bambini delle famiglie di camorra
di Paolo Siani *
Lunedì 18 Dicembre 2017, 10:02
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Gli sceneggiatori di Gomorra hanno previsto nella loro storia la nascita di Pietro Savastano junior. Qualcuno può per caso immaginare il futuro di questo bambino?

Purtroppo è facile, le sue traiettorie di vita sono segnate già da adesso che è appena nato.

Pietro junior nasce in una famiglia fortemente a rischio sia dal lato paterno che materno e avrà necessariamente gli stessi stili di vita dei suoi genitori e dei suoi nonni.

«I bambini non devono crescere nella miglior famiglia possibile ma nella loro famiglia, perché ogni bambino ha diritto di crescere nella famiglia dove è nato», ha scritto Pacifico su “Il Mattino” qualche giorno fa. Ma qualcuno può negare che questo bambino non sia nato in una famiglia con una “macchia” ?

Qualcuno può negare che avrà un’educazione violenta?

Il problema è che non devono essere i magistrati a correre ai ripari e offrire una vita sana a questi bambini, ma la politica.

Per questi bambini è necessario un intervento molto precoce della comunità. Qualcuno dovrà prendersi cura del bambino appena nato e della sua mamma.

Perché la mamma lo sa che quel bambino non avrà una vita felice ma non ha la possibilità da sola di sottrarlo a quel destino, a meno che qualcuno non le offra una chance.

Sono numerose le esperienze in letteratura, molti governi europei hanno varato programmi ad hoc.

Da quello “sure start” del governo inglese alla legge 285 in Italia.

Allora non si offrivano risorse alle famiglie, oggi c’è un piano di finanziamento molto articolato per le nuove famiglie. A questo vanno affiancate misure aggiuntive, vanno costruiti progetti di recupero per Pietro Savastano junior ma anche per i tanti bambini che nascono in famiglie a rischio sociale nel nostro Paese.

Misure aggiuntive assolutamente necessarie per rendere davvero efficaci i finanziamenti, anche cospicui, messi in campo dal governo.

La lettura ad alta voce già dal sesto mese di vita del bambino insieme alla mamma e al papà fa parte di questi interventi, e la sua efficacia è ormai scientificamente accertata ed è un intervento a basso costo ma ad alto impatto sociale. Un bambino che viene educato alla lettura sarà un adulto responsabile.

Molte evidenze scientifiche dimostrano che i primi anni di vita, e in particolare i primi tre anni, sono fondamentali per la salute e lo sviluppo intellettivo, linguistico, emotivo e relazionale del bambino, con effetti significativi per tutta la vita adulta.

Partendo da queste considerazioni, è evidente che, se non si affronta così la questione, ragioneremo per anni se sia giusto o sbagliato sottrarre i bambini alle famiglie senza risolvere il vero problema, perché è vero che ogni bambino ha diritto a vivere nella sua famiglia ma ha anche diritto a vivere in una famiglia in grado di offrirgli cultura, opportunità e una crescita normale e non piuttosto violenza, arroganza e una crescita difficile e certamente non felice.

Tocca alla politica fare la sua parte con programmi di intervento seri e a lungo termine.

Chissà... potrebbe essere un’idea per gli sceneggiatori di Gomorra?

* Presidente Fondazione Polis
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