Napoli, il Capodanno delle stese
Armi facili, in giro 12mila pistole

Napoli, il Capodanno delle stese Armi facili, in giro 12mila pistole
di Francesco Lo Dico
Martedì 2 Gennaio 2018, 08:16 - Ultimo agg. 17:07
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Altro giro, altra corsa in ospedale. Le oltre 12mila bocche di fuoco, legali e illegali, attive tra Napoli e provincia colpiscono ancora. Dopo Luigi, finito in coma colpito da proiettili vaganti a Parente, stavolta la lotteria di Capodanno ha riservato lacrime e sangue a un bimbo napoletano di dodici anni, ferito alle gambe. La domanda che pochi giorni fa si è posto il nostro giornale, torna urgente ed attuale. Quante sono davvero le armi, legali e illegali, pronte a sparare a Napoli e provincia? Partiamo con i dati certi e aggiornati, che la Prefettura di Napoli ha consegnato al Mattino. Fino al 2016, erano 1381 le istanze presentate nel 2016 per porto d'arma corta, di cui 1138 quelle concesse tra rinnovi e rilasci.
 

 

Ma nel 2017, le pistole legalmente in circolo sono drasticamente diminuite: su 1163 domande, ne sono state accolte soltanto 772, di cui 716 rinnovi e 62 rilasci. In un anno sono quindi state sospese 366 licenze, grazie a un lavoro di polizia capillare che dimostra quanto spesso le armi finiscano in mani pericolose. Ma per riuscire a dare conto di quanto sia grande l'arsenale legale del capoluogo, occorre aggiungere al pallottoliere anche la somma di licenze concesse per armi lunghe, ossia i fucili ad uso venatorio e sportivo. A oggi la questura di Napoli tiene i dati in questione sotto il massimo riserbo, ma una diapositiva abbastanza affidabile può essere ricavata dalle statistiche del Tiro a segno nazionale di Napoli affiliato al Coni, dove fino a due anni fa risultavano iscritte 4500 persone. Si tratta in questo caso anche di appassionati che si allenano con armi ad aria compressa e armi noleggiate che non richiedono autorizzazioni, ma secondo i dati circa l'80 per cento dei frequentatori della struttura si compone di cittadini che hanno un porto d'armi per difesa personale o per servizio (guardie giurate, vigili urbani e militari) e di persone che hanno la licenza per il tiro sportivo. Naturalmente, come ha spiegato il dirigente del Tiro a segno partenopeo, Marco Correra, la cultura dello sport non va demonizzata, perché l'arma più pericolosa è in realtà la mente umana.

Ed è con questa avvertenza, che al calcolo dei 4500 tiratori del Coni, vanno aggiunti anche i circa 1200 che frequentano i tre poligoni privati della provincia a Castelvolturno, Giugliano e Corbara. Tra porti d'arma per pistole e fucili, siamo dunque a Napoli e provincia vicini alle 6500 licenze. Ma è un calcolo per difetto per due ragioni. Innanzitutto perché, come dimostrano i dati del Viminale, dal 2015 si è verificato in Italia un boom di licenze sportive, salite da 398mila a 483mila negli ultimi quattro anni, grazie alla nuova norma che dal 2013 ha consentito a molti furbetti di sanare la propria arma con un certificato medico. Per dare un'idea dei numeri in gioco, basta attingere ai dati ufficiali della questura di Caserta, che a fronte di soli 82 porti d'arma corta, registra in tutta la provincia 12500 licenze per fucili a uso di caccia, e 9mila concesse per uso sportivo a fine 2017.

E in secondo luogo va considerato un altro aspetto fondamentale: il numero di licenze concesse, non dice quante armi siano davvero in possesso di ogni persona autorizzata a fare tiro a volo e a segno. Il porto d'armi a uso sportivo consente infatti di detenere in base alla legge 110 del 75, un massimo di tre armi corte per difesa, di sei armi per uso sportivo lunghe o corte, e un numero imprecisato di fucili da caccia. I confini delle armi legalmente detenute sono dunque molto labili. Ma alla luce dei dati sin qui analizzati, possiamo dire con certezza che a Napoli e provincia ce ne sono almeno 6500 regolarmente detenute, alle quali si aggiungono quelle del mercato illegale. In questo caso parliamo di cifre incalcolabili, ma gli inquirenti stimano le armi abusive in circolo a Napoli e provincia in un minimo di altre seimila, per un arsenale complessivo che tra armi regolari e irregolari sfonda la soglia delle 12mila bocche di fuoco tra capoluogo e provincia.

 

Sin dagli anni 90, Napoli è stata d'altra parte considerata il grande crocevia italiano del traffico d'armi. Ancora oggi, nel mercato nero delle armi clandestine, bastano secondo recenti risultanze investigative duecento euro per procurarsi una 7,65, trecento per una calibro 38 e appena mille euro per una mitraglietta Uzi. Un mercato prospero, e assai fiorente, che ha ricevuto nuovo impulso grazie alle commesse di molti gruppi terroristici orientali che hanno trovato in Napoli una base logistica di primo piano. Basti qui ricordare l'enorme arsenale intercettato nel 2012 al porto, dove cinque container destinati alla Siria e alla Palestina finirono sotto sequestro dopo una soffiata dei servizi segreti israeliani. Armi facili, armi per tutti a Napoli, dove la legalità sembra solo appannaggio degli onesti, o scorciatoia per qualche furbetto. Procurarsi un'arma in città è molto più facile, economico e veloce, al riparo da domande indiscrete. L'ennesima prova è nelle cronache dell'ultimo dell'anno: in una casa di via Montale, a Ponticelli, la polizia ha sequestrato sei fucili, di cui un kalashnikov, e tre a canne mozze, nascosti nell'alloggio del contatore. E ancora a Cercola, pochi giorni fa, nel garage di un insospettabile pensionato 70enne sono state ritrovate quattro pistole con matricola abrasa e 2mila e 500 cartucce di vario calibro, mentre a casa di un pregiudicato, a Torre Annunziata, sono finite sotto sequestro cinque pistole e un mitra Uzi.
A Pianura, nel feudo dei Pesce Marfella, sono state intercettate l'estate scorsa in alcune case popolari una bomba a mano difensiva m75, due kalashnikov con calciolo ripiegabile e cinque caricatori, un fucile a pompa calibro 12 con calcio tagliato, tre pistole a tamburo calibro 357 magnum, tre calibro 9 con matricola abrasa, e 900 cartucce di vario calibro. E dal rione Sanità è emersa a dicembre l'ultima frontiera dell'illegalità: per rispondere a sequestri sempre più corposi, il clan puntano sempre più su armi giocattolo, perfette imitazioni di quelle originali, che private del tappo rosso sono capaci di uccidere come quelle vere. Una nuova ondata di armi pronte a fare fuoco, e a versare ancora, come in passato, anche sangue innocente.
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