Video hot, la stretta di Facebook
​per stanare gli stalker «invisibili»

Video hot, la stretta di Facebook per stanare gli stalker «invisibili»
di Francesco Lo Dico
Sabato 6 Gennaio 2018, 12:44 - Ultimo agg. 7 Gennaio, 10:27
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«Non riusciremo ad evitare tutti gli errori e gli abusi ma attualmente facciamo troppi errori nell'attuazione delle nostre politiche e nella prevenzione del cattivo uso dei nostri strumenti». Dopo anni di negazionismo, il mea culpa recitato dal fondatore Mark Zuckerberg suona come un colpo di spugna sul Facebook che abbiamo conosciuto fino a oggi. Parole nette, che rendono ora più chiari fini e obiettivi della task force di 10mila nuovi vigilantes ai quali Manlo Park ha affidato il compito di arrestare una deriva sempre più incontrollabile, fatta di fake news, molestie e migliaia di casi di revenge porn, ossia di vendette sessuali nei confronti delle donne, che sono costate la vita a Tiziana Cantone.

È stato un anno nero, quello che si è appena chiuso per il più noto dei social network, che è finito nell'angolo in Germania grazie a una legge che imporrà al colosso multe di 50 milioni per ogni post odioso non rimosso per tempo. Ma anche Oltreoceano le cose non vanno troppo bene, specie perché il social si è appena lanciato nella contestata avventura di Messenger Kids, la chat per gli under 13 che prestò partirà dagli States per poi diffondersi in tutto il Pianeta. Il social ha garantito che le conversazioni dei piccoli potranno essere monitorate una per una dagli adulti, i quali potranno acconsentire o meno a nuovi contatti. Ma le garanzie offerte da Manlo Park turbano le associazioni dei genitori americane, che sventolano in queste ore dati allarmanti. Nonostante il divieto di iscrizione al social network in vigore per gli under 13, si stima infatti secondo una ricerca di CBBC Newsround, che il 78 per cento dei più piccoli ha un account social, tenuto quasi sempre nascosto ai genitori. Messenger Kids non sembra insomma una grande trovata, tanto che anche l'ex presidente di Facebook, Sean Parker, l'ha bollata come una scelta pericolosa.

«Vulnerabilità» è la parola chiave per comprendere quali siano le lacune di Facebook, e perché l'azienda stia provando a colmarle. Una parola che chiama in causa innanzitutto sistemi di riconoscimento inadeguati, che aprono le porte a milioni di profili falsi: un esercito di stalker, molestatori, e vendicatori sessuali, pronti a creare false identità per far male alla vittima in tutta sicurezza. I profili fake, all'interno di un oceano di due miliardi di persone attive sul social nel mondo, sono in forte aumento.

 

La stessa Manlo Park ha fatto sapere che 207 milioni di profili, pari al 10 per cento degli utenti totali, sono account duplicati. E che sono fasulli tra i 41 e i 62 milioni di utenti, cresciuti da luglio a novembre scorso dall'uno al due per cento del totale. E allora che fare? Le contromisure individuate da Zuckerberg si chiamano riconoscimento facciale, blocco temporaneo degli stalker, e nuove politiche di controllo sugli account. Per scongiurare nuovi fake, e mettere fuori gioco i profili inautentici, Facebook ha annunciato che introdurrà verifiche a sorpresa sugli account. Nell'accedere alla propria pagina, il titolare potrà essere chiamato a fare una foto istantanea che sarà processata dai controllori del social. Se questa risulterà differente da quelle personali già caricate, il profilo verrà sospeso. In secondo luogo, l'immagine processata sarà immessa nell'intelligenza artificiale che gestisce il social, al fine di impedire che qualunque foto della persona offesa possa essere taggata, se al centro di accostamenti spiacevoli o diffamatori. Nuovi strumenti in arrivo anche contro gli stalker. In caso di segnalazione, Facebook metterà in blacklist il codice univoco che il social assegna ad ogni utente, in maniera tale che l'utente incriminato non possa creare altri profili legati al corrispondente indirizzo di rete (quello di ogni Pc collegato online) per nuocere ancora alla vittima. È il caso dell'incubo di Marta, trentenne italiana finita su Facebook senza veli l'anno scorso, a lungo perseguitata dal suo ex. «Diciassette account con il mio nome e cognome, affollati sia di foto prese dalla mia pagina Facebook ufficiale che dal suo cellulare. E queste ultime contengono anche scene di sesso, o con me nuda: diciassette profili falsi in un solo mese», ha denunciato poco tempo fa la ragazza sulla stampa.

Più soft, ma di certo utile, anche lo snooze, e cioè la possibilità di bloccare temporaneamente la conversazione con lo stalker di turno, ma a sua insaputa. Una misura che nasce per lenire il senso di frustrazione di alcuni molestatori, che in molti casi sono passati alla violenza fisica dopo essersi accorti di essere stati definitivamente bloccati dalla vittima.
Il tema ci porta dritti, ancora una volta, alla piaga del revenge porn, la pratica di ricattare o punire le donne con la pubblicazione di contenuti che le ritraggono in pose hot. Un fenomeno che nell'ultimo anno ha assunto proporzioni incredibili: secondo un'inchiesta del Guardian sono 54mila al mese i casi di ricatti sessuali sui social alle donne. E in nove casi su dieci, le vittime cadono in depressione.
Riconoscimento facciale, blocco temporaneo e stop agli account fasulli potrebbero ridurre di molto il numero di potenziali vittime. Ma la vera soluzione, radicale e discussa, l'azienda di Manlo Park l'ha già testata in Australia, in attesa di lanciarla nel resto del mondo. Il progetto pilota prevede che ciascuna potenziale vittima possa inviare al team dei revisori di Facebook le foto di nudo a rischio di diffusione, così che, ridotte a impronte digitali fatta di pixel, possano essere riconosciute dall'intelligenza artificiale e bloccate prim'ancora che qualcuno tenti di caricarle. «Non vogliamo che Facebook sia un posto dove le persone temono la condivisione senza consenso delle proprie immagini intime», hanno commentato i vertici australiani. Pedofilia, revenge porn, stalking: Facebook ha deciso di battere un colpo dopo una lunga scia di suicidi, abusi e violenze. A mali estremi, è il caso di dire, estremi rimedi.
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