Abusi sessuali nella casa famiglia,
operatore nei guai: «Processatelo»

Abusi sessuali nella casa famiglia, operatore nei guai: «Processatelo»
di Viviana De Vita
Mercoledì 10 Gennaio 2018, 06:28
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SALERNO - Abusata all’interno di una casa famiglia da uno degli operatori che avrebbe dovuto contribuire alla serenità della sua crescita. Il pubblico ministero Elena Guarino ha chiesto il rinvio a giudizio per T.M., 27 anni, salernitano, accusato di avere approfittato di una 14enne ospite della struttura sita nella zona orientale della città. L’appuntamento è per il prossimo 22 gennaio davanti al Gup del tribunale di Salerno Piero Indinnimeo; in quella sede la minore, rappresentata dall’avvocato Pino Denami, potrà costituirsi parte civile. 

Violenza sessuale aggravata è la pesante ipotesi di reato contestata al giovane, difeso dall’avvocato Agostino De Caro, finito nel mirino della Procura in seguito alla denuncia della ragazzina che, dopo essersi confidata con le assistenti sociali della struttura, ha poi confermato le accuse nel corso di un delicatissimo incidente probatorio celebratosi nel febbraio dello scorso anno davanti al Gip del tribunale di Salerno Stefano Berni Canani. La vicenda, oggetto del procedimento giudiziario, si è consumata nel 2015 nell’ambito di un clima estremamente confidenziale che si era creato tra la ragazzina e l’operatore. Giovanissimo, T.M. aveva stabilito con la 14enne un forte legame: lei, così fragile e con una storia familiare difficile e complicata ulteriormente dall’arresto della madre per spaccio di stupefacenti, si fidava di lui e, proprio per questo motivo, prima di denunciare gli episodi, ci ha pensato più volte. Il suo malessere, però, non è sfuggito alla responsabile della struttura che è riuscita a raccogliere le confidenze della 14enne che le ha raccontato tutto facendo scattare le indagini della Procura. 
È stata la stessa minore nel corso dell’incidente probatorio ad affermare che credeva ciecamente in quell’uomo che ogni giorno incontrava in quella casa che, per lei, rappresentava ormai una famiglia. L’indagato, dal suo canto, avrebbe perso la testa per quella ragazzina che appariva bisognosa di tanto affetto. Gli abusi – palpeggiamenti ed atti sessuali – si sarebbero consumati una notte all’interno della stanza dove l’adolescente dormiva.
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