Un morto e un ferito nel Casertano:
«Rapina nel sangue», ma è giallo

Un morto e un ferito nel Casertano: «Rapina nel sangue», ma è giallo
di Mary Liguori
Venerdì 19 Gennaio 2018, 06:44 - Ultimo agg. 08:35
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Lesione dell’arteria femorale e frattura dell’osso. Il colpo, a distanza ravvicinata, poteva ucciderlo. Fortunatamente è vivo e se la caverà. È morto invece, a pochi metri di distanza dal punto in cui hanno sparato al trentenne, un ragazzo di circa vent’anni. Forse nelle stesse ore in cui l’altro veniva centrato da un proiettile alla gamba. Il corpo del giovane deceduto è stato però scoperto solo ieri pomeriggio intorno alle sei, da un uomo che stava portando a spasso il cane. E, nella mattinata, qualcuno aveva trovato delle budella per strada. 

Il cadavere, che sembra quello di un ragazzo di un’età compresa tra i venti e i venticinque anni, potrebbe essere di un italiano o di uno slavo. Pelle chiarissima, con indosso un paio di jeans strappati in più punti. Graffi sia sulle gambe che sulla faccia. Tagli sul busto e ferite da d’arma da fuoco. All’arrivo dei carabinieri, il corpo era già nella fase di rigor mortis. Ciò significa che il decesso potrebbe risalire anche a ventiquattro ore prima della tragica scoperta. E quindi non si può escludere che sia avvenuto in concomitanza con l’aggressione subita dal trentenne che ha raccontato di essere stato ferito da due stranieri dopo aver reagito a una rapina. 

Tutto è accaduto a Teverola, centro alle porte di Aversa, tra via Campanello e l’area retrostante la scuola media Ungaretti. Il ragazzo di trent’anni è stato ricoverato d’urgenza, nella notte di mercoledì, al Cardarelli di Napoli. Nato in Brasile da genitori italiani, vive a Casapesenna ed è stato ferito da un colpo di pistola intorno alle due della notte tra mercoledì e ieri. 
 
Il suo racconto, confermato dalla fidanzata che sembra fosse con lui in macchina al momento dei fatti, parla di una rapina finita nel sangue. A quanto pare, i due ragazzi stavano percorrendo in auto via Campanello quando sono stati avvicinati da due persone col volto coperto da sciarpe e con accento straniero. Secondo la denuncia, i due hanno puntato una pistola contro la coppia intimando ai due di consegnare soldi e cellulari. Il ragazzo ha detto di aver pensato che l’arma fosse finta, così ha cercato di reagire. A quel punto, uno dei due malviventi non ci ha pensato su due volte prima di fare fuoco. Il proiettile ha centrato il malcapitato alla gamba destra: tra le urla terrorizzate della fidanzata, i due avrebbero comunque trovato il tempo per prendere il telefonino della vittima. Solo dopo, sono fuggiti a piedi attraverso le campagne. Di lì a poco, le vittime hanno chiamato i soccorsi e sono poi arrivate all’ospedale «Moscati» di Aversa. Nonostante fosse sotto choc, la ragazza, una trentenne, non era ferita, mentre il giovane è stato trasferito d’urgenza al «Cardarelli» di Napoli per essere sottoposto a un intervento chirurgico finalizzato all’estrazione del bossolo.

Intanto di ciò che era appena accaduto sono stati avvisati i carabinieri del Reparto territoriale di Aversa. Il primo passo è stato il sopralluogo in via Campanello dove i ragazzi hanno riferito di essere stati aggrediti. Lungo la strada è stato trovato un bossolo. Pochi elementi insieme a un dettaglio riferito dai due ragazzi: gli aggressori erano stranieri. Poi ieri pomeriggio, il ritrovamento del cadavere a pochi passi dal luogo della sparatoria ha finito di ingarbugliare il mistero. Che si è sommato alla scomparsa di un ucraino di 23 anni da San Marcellino. I carabinieri del Reparto territoriale di Aversa, agli ordini del tenente colonnello Antonio Forte e coordinati dalla procura di Napoli Nord, diretta da Francesco Greco, stanno lavorando su più fronti. Nel sospetto che gli episodi potrebbero essere collegati. Oggi le vittime saranno riascoltate: passata la fase di choc, dovrebbero ricordare altri particolari utili alle indagini. E capire se il ragazzo ritrovato morto e il ferimento del trentenne siano collegati.

Quella di ieri è stata una giornata drammatica per il Casertano. In serata, infatti, il corpo senza vita di un anziano imprenditore è stato ritrovato nell’azienda agricola di famiglia, a Villa Literno. Il cadavere di Sebastiano Mastrominico era sul gancio del rimorchio di un mezzo agricolo, come seduto, con una corda al collo. Indagano i carabinieri di Casal di Principe, coordinati dal capitano Simone Calabrò. La tesi del suicidio sembra molto debole. L’impiccagione potrebbe essere stata inscenata. Per ora è giallo.  
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