Cos'è lo shutdown e cosa provoca negli Usa e nell'economia mondiale

Cos'è lo shutdown e cosa provoca negli Usa e nell'economia mondiale
Cos'è lo shutdown e cosa provoca negli Usa e nell'economia mondiale
Lunedì 22 Gennaio 2018, 13:54 - Ultimo agg. 9 Febbraio, 08:59
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Per la seconda volta nel giro di tre settimane l'amministrazione di Donald Trump si ritrova a fare i conti con lo shutdown: ecco di cosa si tratta e quali sono i suoi effetti sugli Stati Uniti e sul resto del mondo.



COS'È LO SHUTDOWN Lo shutdown si verifica quando i due rami del Congresso degli Stati Uniti non approva la legge che rifinanzia le attività amministrative federali. Senza questa approvazione, le leggi statunitensi prevedono il blocco immediato delle attività della maggior parte degli uffici amministrativi federali, comportando così un congedo non retribuito di diversi dipendenti pubblici. I settori coinvolti dallo shutdown non sono solo quelli meno essenziali e il governo federale in genere cerca di correre ai ripari, anche perché gli scenari possono essere drammatici. Per quanto riguarda l'esercito, i militari restano in servizio ma non vengono retribuiti, mentre i dipendenti civili finiscono congedati a casa e senza stipendio. A rischio anche la sanità (metà dei dipendenti potrebbero essere mandati a casa temporaneamente e salterebbe il programma per la copertura sanitaria di 9 milioni di bambini, non più rifinanziato), i servizi fiscali e anche l'attività di parchi e musei nazionali,(la Statua della Libertà era rimasta chiusa per un giorno ma Andrew Cuomo, governatore dello stato di New York, ha adottato una misura eccezionale per garantirne l'apertura con l'inizio della settimana lavorativa).



IRA DI TRUMP E DEI REPUBBLICANI Lo shutdown di gennaio è stato il primo che ha coinvolto l'amministrazione di Donald Trump, in carica ormai da un anno.

Lo shutdown precedente risaliva invece al 2013: durò 16 giorni e a causarlo, allora, fu lo stallo del Congresso al momento di approvare il budget per il programma sanitario 'Obamacare'. Questa volta, invece, il Senato non era riuscito ad approvare il bilancio federale, poiché nonostante la maggioranza di 51 seggi i repubblicani non sono riusciti a convincere i colleghi 'dem' e non hanno raggiunto i 60 seggi necessari per l'approvazione. La maggioranza ora accusa di democratici di non aver votato in modo favorevole al bilancio in polemica per la mancata regolarizzazione dei 'Dreamers', 800mila persone arrivate negli Stati Uniti in tenera età, insieme ai genitori immigrati irregolari, che oggi sono adulti cresciuti nel paese, con un lavoro e senza un vero e proprio paese di appartenenza. Trump aveva deciso di abolire il DACA, un programma voluto da Barack Obama che, pur senza concedere la cittadinanza, offriva garanzie importanti. I repubblicani, con Donald Trump in testa, ora accusano i democratici di aver voluto lo shutdown come 'ripicca' in seguito alla decisione dell'esecutivo federale. Il presidente degli Stati Uniti lo ha affermato chiaramente anche su Twitter: «I democratici tengono i nostri militari in ostaggio per il loro desiderio di avere un'immigrazione illegale e incontrollata. Non posso lasciare che avvenga!».
 


IL COMPROMESSO Il Senato è tornato a riunirsi ieri per le votazioni. Era stato il leader della minoranza democratica al Senato, Chuck Schumer, ad annunciare per primo che non era stato raggiunto un accordo che consentisse la revoca dello shutdown con l'inizio della settimana lavorativa. Il Senato si è poi riunito per una votazione su un piano di spesa temporaneo che consenta la 'riapertura' del governo fino al prossimo 8 febbraio con il contestuale impegno da parte del leader della maggioranza repubblicana al Senato, Mitch McConnell, di indire una votazione sul nodo dell'immigrazione prima di quella data.
 

IL NUOVO SHUTDOWN PER L'AUMENTO DELLA SPESA PUBBLICA Per la seconda volta in tre settimane, il governo federale americano è di nuovo in shutdown, dopo che il Congresso che non è riuscito a trovare un compromesso e dunque a votare il bilancio. Responsabile di questo ennesimo stop è stato l'ostruzionismo di un senatore repubblicano, l'ex candidato presidenziale Rand Paul, esponente dei Tea Party e contrario all'aumento del debito pubblico. Paul ha infatti parlato a oltranza per oltre sei ore - bloccando il voto in Senato, che è stato rinviato - contro l'aumento della spesa e del tetto sul debito. Dalla mezzanotte e un minuto di Washington (le 6:01 in Italia), dunque, tutte le attività federali, a partire dai servizi meno essenziali, sono state interrotte, ma anche questa volta la 'paralisi federalè dovrebbe durare poco perchè si prevede che il Senato approvi l'accordo bipartisan sul budget 2018-2019 alla ripresa delle votazioni che dovrebbe arrivare in mattinata (nel primo pomeriggio in Italia).

GLI EFFETTI SU ECONOMIA E FINANZA Lo shutdown può avere risvolti importanti anche sull'economia e sulla finanza globale, a causa degli effetti che Wall Street può causare sulle altre borse mondiali. Durante lo shutdown dello scorso gennaio, ad esempio, le borse europee avevano tutte vissuto una certa flessione, anche a causa delle intense trattative in Germania tra la Cdu di Angela Merkel e l'Spd di Martin Schulz per la formazione di un governo di larghe intese (grosse koalition).

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