«Di Maio? È solo una fake news» Parte la sfida di Sgarbi a Pomigliano

«Di Maio? È solo una fake news» Parte la sfida di Sgarbi a Pomigliano
di Gigi Di Fiore
Mercoledì 31 Gennaio 2018, 14:22 - Ultimo agg. 16:42
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Se il Movimento 5 Stelle e il suo candidato premier Luigi Di Maio vengono considerati da Silvio Berlusconi il principale avversario del centrodestra da battere, allora a Vittorio Sgarbi è affidato uno dei compiti più difficili. È lui, infatti, il candidato scelto dal centrodestra nel collegio dove è candidato Di Maio.

Professore Sgarbi, è ormai iniziata la campagna elettorale. Con quali argomenti sfiderà Di Maio?
«In maniera molto semplice, dal momento che Di Maio è candidato premier del Movimento 5 Stelle senza aver mai fatto nulla, se non l'apprendista di bottega di Grillo. Dovrebbe tornare a scuola per imparare la grammatica, tanto per cominciare».

Sfida Di Maio sul piano della preparazione culturale?
«È il minimo. Agli appuntamenti elettorali, mi presenterò con una grammatica italiana e un crocifisso. Diventerò Sgarbi l'esorcista. Un vade retro all'ignoranza e alla mancanza di titoli di preparazione competenza del mio avversario. Porterò anche un libro dello scrittore napoletano dell'800 Vittorio Imbriani, che morì a Pomigliano e che sicuramente Di Maio non sa neanche chi sia».

Spiegata così, sembra una sfida che si giocherà molto sul piano personale. È così?
«Perché no. Mi spieghi come fa uno che non ha esperienze lavorative, non sa nulla di arte, storia, geografia, non conosce la lingua italiana, a essere candidato premier. Uno che è arrivato in Parlamento, dopo aver preso, candidandosi in precedenza per il Comune di Pomigliano, appena 59 voti. È il trionfo delle non regole, in un movimento che impone scelte dittatoriali. Di Maio non potrebbe fare neanche l'assistente di un assessore regionale, non avendo neanche la laurea».

Non la imbarazza essere candidato nello schieramento politico in cui c'è anche Luigi Cesaro?
«Facciamo subito chiarezza. Per più di un anno, ho lavorato al progetto Rinascimento ed ero pronto a fare un accordo con Lorenzo Cesa che poi è venuto meno. Subito dopo, ho sottoscritto un patto federativo con Berlusconi e Forza Italia. Quello che fanno in quel partito non è opera mia, né affar mio. Dico solo che, se il Movimento 5 stelle è il vero nemico e se il candidato premier di Grillo è Di Maio, allora io sono il candidato più importante dello schieramento di centrodestra in questa competizione elettorale».

Cosa pensa della polemica tra la parlamentare uscente Nunzia De Girolamo e il suo partito Forza Italia per la posizione che le è stata riservata in lista?
«È una polemiche che riguarda l'alleato con cui ho un patto federativo. Ciò che fanno con Cesaro e la De Girolamo non mi vede certamente responsabile».

Spera di fare il ministro della Cultura?
«Questo fa parte della logica della politica, che ora non si può prevedere. Certo, se Berlusconi stravince, potrei sicuramente ambire a diventare il responsabile della Cultura nel governo di centrodestra».

 

Se le cose invece andranno diversamente?
«Si tratta di scenari futuribili, in cui potrebbe starci anche un accordo di legislatura con il Pd. In questa ipotesi, potrei non essere inserito in uno schieramento di governo. Ma molto dipenderà anche dai miei risultati personali alle elezioni, anche se non è obbligatorio che il ministro lo faccia chi è stato eletto in Parlamento».
Mette nel conto, in prospettiva, di poter lasciare l'assessorato alla Cultura della Regione Sicilia?
«Resto, per ora, assessore in quell'amministrazione regionale. In questa fase, non esiste alcuna incompatibilità formale. E sono tutte valutazioni del poi, che si faranno più in là su una serie di elementi diversi».
Ha intenzione di condurre una campagna elettorale di molta presenza sul territorio campano e nel suo collegio?
«Certo. Comincerò già il 6 febbraio, con la prima manifestazione a Pomigliano. Non si sa ancora dove. Ne ho già parlato con Paolo Russo. Poi mi muoverò molto, percorrendo l'intero collegio, dove c'è anche il Cam, museo d'arte di Casoria, di cui sono sostenitore da sempre. Penso che nell'area della provincia di Napoli ci sia bisogno di un grosso rilancio del patrimonio artistico culturale. Ci sono le zone archeologiche di Oplonti, le ville vesuviane. C'è molto da fare e da lavorare»,
Sarà una continuazione della sua presenza a Napoli, dove è stato promotore di mostre ?
«Sì, l'ultima iniziativa culturale che ho portato a Napoli è il Museo della follia da Goja a Maradona. Napoli è città che guarda ai fuoriclasse e li merita. Per questo, dico che non c'è bisogno di ripetenti come Di Maio, che è una fake news di pura fantasia».
Cosa pensa delle candidature presenti nelle liste del Pd e delle polemiche degli esclusi contro Renzi?
«Dico che, se si decidono le candidature con il segretario, poi non è corretto scagliarsi contro lo stesso segretario già in questa fase. Fatele dopo le elezioni, le vostre polemiche. Anche per questo, devo riconoscere che, nel Pd, l'unico a possedere una statura di statista resta Renzi».
È ottimista sulle sue possibilità di affermazione in questa campagna elettorale che si annuncia difficile?
«Sono molto ottimista. Quando porto a teatro il mio spettacolo di elogio a Michelangelo, non vengono ad assistere mai meno di 1500 persone. Riesco a muovere sempre moltissima gente. E la gente capirà che il mio avversario è un personaggio inesistente, privo di esperienze amministrative, di cultura, di conoscenze».
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