Napoli, spunta un testo inedito di Giacomo Leopardi

Napoli, spunta un testo inedito di Giacomo Leopardi
di Ugo Cundari
Giovedì 1 Febbraio 2018, 19:16
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L'annuncio ufficiale ci sarà solo tra un mese, ma la notizia è trapelata: è stato ritrovato tra le carte autografe di Leopardi conservate alla Biblioteca nazionale di Napoli un documento inedito che verrà pubblicato entro marzo su una rivista scientifica di studi bibliografici, «Paratesto». Si tratta di una pagina di aggiunte minute ma molto chiare, com'è nella grafia tipica dell'autore, scritta nel 1829 e destinate a modificare Saggio sopra gli errori popolari degli antichi, un'opera scritta nel 1815. Dunque quattordici anni dopo la prima stesura, Leopardi ancora torna sul suo testo pensando di modificarlo, progetto che poi non andrà in porto, e appunto compila una scheda di argomenti nuovi che vorrebbe sviluppare come novità e aggiornamenti alla sua opera giovanile.

A firmare la scoperta due studiosi, da molti decenni esperti indagatori degli autografi del poeta, Marcello Andria e Paola Zito, che ieri invece hanno presentato in Biblioteca, insieme a italianisti e ricercatori, la raccolta di altri inediti, confluiti nel saggio Leopardi bibliografo dell'antico (Aracne editore). In questo caso si tratta di 550 segnalazioni di libri, alcuni con commento accanto, che Leopardi desiderava avere. Tra i volumi segnati, dei quali la maggior parte sono di autori greco-latini, non potevano mancare Omero, Cicerone, Platone, Virgilio, Aristotele, Orazio, Aristofane, Catullo. Sono invece circa una quindicina i libri stampati a Napoli che il poeta recanatese si ripropone di acquistare, tutte le prime edizioni dei papiri ercolanesi, che incuriosivano Leopardi per il suo interesse nei confronti della filosofia epicurea.

In futuro ci possiamo aspettare altri inediti leopardiani? «Nulla lo esclude, ma è difficile, siamo davvero agli sgoccioli, tutto quello che si poteva portare alla luce in questi trenta anni delle nostre ricerche insieme a un folto gruppo di colleghi è ormai noto» dice Andria. Per Zito «qualche nuova scoperta, magari invece che scientifica di carattere biografico, potrebbe venire fuori dalle migliaia di lettere che Leopardi scrisse, ma bisognerebbe indagare negli archivi dei tantissimi destinatari, operazione di portata quasi sovrumana».
 
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