Amazon, Calenda: «Braccialetti mai in Italia»

Amazon, Calenda: «Braccialetti mai in Italia»
Venerdì 2 Febbraio 2018, 14:05 - Ultimo agg. 4 Febbraio, 13:40
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«Speculazioni fuorvianti». Amazon liquida così la notizia sul brevetto per i braccialetti elettronici destinati ai dipendenti, e si difende assicurando che l'obiettivo è migliorare il lavoro dei propri lavoratori. Ma questo non basta a spegnere le polemiche, che anzi si accendono fino a far scattare l'altolà del Governo e del Garante della privacy, e vanno ad alimentare la campagna elettorale, con il Jobs Act - attaccato dal M5S - che diventa il nuovo terreno di scontro della battaglia politica. «Le speculazioni riguardo l'utilizzo di questo brevetto sono fuorvianti», precisano dal colosso dell'e-commerce, ricordando che ogni giorno, in aziende in tutto il mondo, i dipendenti utilizzano scanner palmari per il controllo dell'inventario e per spedire gli ordini. Il braccialetto permetterebbe di liberare le mani dall'uso di scanner e gli occhi non dovrebbero più guardare lo schermo, spiega Amazon, assicurando comunque che un'eventuale introduzione dei braccialetti avverrà «nel pieno rispetto delle leggi e delle norme».
 



Ma l'Italia reagisce con fermezza. «Gli unici braccialetti che facciamo in questo paese sono quelli che produce la nostra gioielleria. Una cosa come quella in Italia non ci sarà mai», chiarisce il ministro dello sviluppo Carlo Calenda, che lo ha detto personalmente ad una delegazione di Amazon incontrata per parlare dei nuovi investimenti nel nostro Paese. E il garante della privacy Antonello Soro avverte che il braccialetto «sarebbe in contrasto con l'ordinamento sulla protezione dati non solo in Italia ma anche in Europa» e critica l'accelerazione dei giganti dell'e-commerce di robotizzare l'uomo («è una direzione sbagliata»). Una strada condannata anche dal presidente dell'Europarlamento Antonio Tajani: «E' inaccettabile considerare l'essere umano come robot o peggio». Mentre il ministro dell'agricoltura e vice presidente del Pd Maurizio Martina mette in guardia dai rischi di «caporalato digitale».

Il tema scalda anche la politica, con Di Maio del M5S che attacca: «Se in Italia si possono mettere dispositivi sui lavoratori per controllarli è grazie al Jobs act». La colpa è della riforma del lavoro anche per Simoni e Airaudo di LeU. Ma il Ministero smentisce: la norma non ha 'liberalizzatò i controlli, ma ha fatto chiarezza sul concetto di 'strumenti di controllo a distanzà. Ribatte alle critiche anche il Pd, con Renzi che chiosa: «Si dà la colpa al Jobs act di tutto». Ma se in generale su Amazon dalla politica arriva un coro unanime di critiche (Salvini dice no agli uomini-robot, Schifani critica la globalizzazione selvaggia, Calderoli parla di roba da Guantanamo, Meloni invita al boicottaggio degli acquisti), è dal mondo dell'industria che si alza qualche voce a difesa del colosso di Seattle: per l'a.d. del gruppo internazionale della logistica OmLog Riccardo Fuochi «non c'è tanto di scandaloso», migliora l'efficienza; per Alessandro Giglio dell'omonimo gruppo, non è un controllo e anzi potrebbe essere d'aiuto sulla sicurezza. Mentre i lavoratori di Piacenza si spaccano in due fra chi boccia l'idea e chi invece l'approva come misura contro i fannulloni.

Intanto Amazon si prepara ad aprire nuovi centri in Italia. «Siamo contenti» di questi investimenti, ha detto Calenda al termine dell'incontro con una delegazione dell'azienda, «a patto che la cura principale che devono avere è della qualità del lavoro e del personale e su questo hanno dato un impegno».
La delegazione ha incontrato anche il ministro del lavoro Giuliano Poletti, cui Amazon ha dichiarato la propria disponibilità a riprendere il confronto con i sindacati a livello territoriale dopo gli scioperi a Piacenza in occasione del Black Friday.

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