Cioffi: lascio il processo Cesaro
​ma sono vittima di una congiura

Cioffi: lascio il processo Cesaro ma sono vittima di una congiura
di Gigi Di Fiore
Sabato 3 Febbraio 2018, 10:10 - Ultimo agg. 10:12
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Ha da poco presentato alla presidente Elisabetta Garzo la sua richiesta di astensione dal processo sui fratelli Cesaro. E subito il presidente Giuseppe Cioffi precisa: «Non sono organico ad alcun partito e tanto meno a Forza Italia». È il via alla lunga intervista con Il Mattino.

Presidente, perché ha chiesto di astenersi dal processo ai fratelli Cesaro?
«Non ne avrei avuto alcun motivo dal punto di vista formale, non esistendo alcuna di quelle condizioni previste dal codice. Ho però preso questa decisione per il clamore mediatico nazionale su collegamenti creati ad arte. Un clamore sovradimensionato rispetto alle vicende reali».

Il clamore è nato dalle sue frequentazioni con esponenti politici di Forza Italia.
«Ecco, appunto. Io, nella mia vita privata, ho conoscenze e a volte frequentazioni con persone di simpatie per formazioni politiche di destra come di sinistra. Sono, però, frequentazioni di vita privata, prive di collegamenti con qualsivoglia attività politica che mi è estranea».

Il consigliere della municipalità Chiaia a Napoli, Francesco Salerno, che compare con lei nella famosa foto di Ischia, è suo amico?
«Un mio conoscente che, negli ultimi due anni, ho visto due volte. Una a Ischia a ottobre e un'altra a Napoli. Ho spiegato che a Ischia non partecipavo ad alcuna convention politica, ero sull'isola per un fine settimana di svago».

Con chi era in foto?
«Con Salerno, poi un altro professionista mio amico socio del circolo Posillipo, come lo ero io fino a poco tempo fa, e una terza persona che conosco appena. Ci siamo incrociati, mai ho preso parte a riunioni politiche che, peraltro, mi annoiano. Avrei fatto lo stesso con amici, che pure ho, di altra parte politica. È la mia vita privata».

C'è un'altra foto con una signora bionda.
«Un'amica, compagna di un mio amico. Nulla a che vedere con convention politiche. Con i miei amici parlo di cose più piacevoli. Andiamo allo stadio, vediamo la partita, discutiamo del Napoli. Di politica proprio no».

E la visita a Giugliano ad esponenti di Forza Italia di cui parla ieri Repubblica?
«Anche in questo caso è una visita di natura privata, ad amici. Conosco molta gente a Giugliano, conosco anche l'avvocato Antonio Russo, degna persona e ottimo professionista. Ma è, ancora una volta, una conoscenza privata, come lo sono quelle con avvocati e professionisti diversi».

La proposta di candidatura politica con Forza Italia?
«Non c'è mai stata, né io ho mai chiesto una cosa del genere che è contraria ai miei interessi e alla mia attività. A fine gennaio sono stato in viaggio a Vienna, se fossi stato così interessato ad una candidatura l'avrei seguita senza allontanarmi, non le pare?»
 

Come conosce così tanti politici nazionali?
«Conoscenze da contatti istituzionali, risalenti al periodo in cui ero, con alcuni colleghi, consulente della commissione parlamentare antimafia prima e commissione sul ciclo dei rifiuti poi. Commissioni anche a presidenza Pd. Ho gestito l'archivio riservato e la fase di transizione tra due commissioni antimafia, tra il 2012 e il 2016. Ho conosciuto in quel periodo anche l'attuale ministro Orlando, allora responsabile giustizia nel Pd».
Insomma, con il mondo politico è entrato in contatto solo per ragioni istituzionali?
«Sì. Eppure, mi sono trovato al centro dell'attenzione mediatica nazionale per vicende legate solo alla mia vita privata, collegate ad un processo penale di cui mi occupo. Non conosco Luigi Cesaro, non era in commissione antimafia e mai ho avuto contatti con lui. Non conosco neanche i suoi fratelli, che sono sotto processo con accuse gravissime. Ho presentato la mia richiesta di astensione per tutelare tutte le parti del processo, nonostante non ce ne fossero le condizioni previste dal codice».
Ha parlato con la presidente del tribunale, Elisabetta Garzo?
«Sin dall'inizio. Ho avuto modo di confrontarmi con lei anche quando le ho presentato la richiesta di astensione. E le ho spiegato come stanno realmente le cose. A questo proposito voglio ribadire che nessuno mi ha costretto né ha fatto pressioni su di me per l'astensione. È stata una decisione nata dalla mia coscienza».
E le sue amicizie su Facebook? Anche su quelle sono partite ipotesi di collegamenti politici.
«Sono un disastro su Facebook, lo uso poco».
È vero che vuole lasciare il tribunale di Napoli nord?
«Sì, da oltre sei mesi ho presentato domanda per tre concorsi in posti semi direttivi a Napoli. Rientrato dal fuori ruolo dopo il periodo di consulente alle commissioni bicamerali, sono stato destinato a Napoli nord. Ho chiesto l'assegnazione ad altro incarico e sono stato messo in mezzo a questo clamore. Certo, se fossi stato attaccato ad un processo, non avrei fatto domanda per lasciare il tribunale Napoli nord. E poi i tempi. Il mio fine settimana a Ischia era a ottobre, il rinvio a giudizio dei fratelli Cesaro con l'assegnazione del processo al mio collegio il mese dopo».
Come si sta preparando per l'istruttoria, annunciata, alla prima commissione del Csm?
«Non so nulla di questa istruttoria, ne ho letto solo sui giornali. Posso solo dire che ho due figli e che negli occhi di mia figlia più grande ho letto il terrore per quello che leggeva. E questo sicuramente non è bello né giusto, non avendo nulla da rimproverarmi nella mia vita di magistrato e nei pochi atti istruiti al processo di cui si discute. Mi viene un sospetto».
Quale?
«Che per motivi politici, per colpire altri, si sia voluto colpire me che non c'entro nulla in questa contesa politica. Anche per questo, ho ritenuto di scrivere subito all'Anm per dovere di appartenenza, ribadendo con chiarezza la mia indipendenza da qualsiasi attività politica».
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