A tre anni vestiti da Genny e Scianel,
Donadio: «Un’immagine da brividi»

A tre anni vestiti da Genny e Scianel, Donadio: «Un’immagine da brividi»
di Rossella Grasso
Giovedì 8 Febbraio 2018, 18:37 - Ultimo agg. 20:05
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«Magari la colpa delle baby gang fosse di Gomorra! Basterebbe eliminare serie e film e il problema sarebbe risolto». Così Cristina Donadio, la Scianel del gruppo di camorristi televisivi, dice la sua sul tormentone degli ultimi mesi che imputa alla fortunata serie televisiva la colpa dei reiterati atteggiamenti violenti tra i giovani in città. «Le baby gang esistono da sempre – ha continuato – prima si chiamavano scugnizzi, rubavano i soldi agli americani, si facevano il bagno nelle fontane. Poi sono ovunque, non è un problema di Napoli. Siamo andati a presentare Gomorra in Spagna. Appena siamo arrivati abbiamo appreso la notizia che a Bilbao c’era stato un omicidio commesso da una baby gang, Gomorra però non è ancora arrivata lì. Gomorra è un prodotto cinematografico, il suo successo è dovuto al fatto che è fatto a un livello altissimo. Quindici stagioni di Don Matteo hanno creato una generazione di aspiranti preti?».
 


Cristina Donadio è intervenuta insieme allo scrittore Rosario Esposito La Rossa all’incontro all’Università Suor Orsola Benincasa dal titolo La camorra in letteratura e al cinema: opportunità e criticità in cui si è cercato di spiegare i fenomeni mafiosi attraverso la lettura dei libri o la visione di un film. Un progetto di approfondimento didattico nato dai percorsi di studio di ambito criminologico e sociologico con il coordinamento di Isaia Sales, fondatore proprio al Suor Orsola del primo insegnamento universitario in Italia specificamente dedicato alla Storia delle mafie.
 
L’attrice ha detto di aver rabbrividito vedendo la foto che ritrae due bambini di massimo tre anni a testa travestiti da Genny e Scianel per il Carnevale. Da giorni circola sul web e ha diviso l’opinione pubblica tra chi si è manifestato disgustato e chi invece ha giudicato la trovata geniale. L’attrice non ci sta ed è critica nei confronti di chi ne è rimasto divertito e soprattutto contro i genitori dei due bambini: «I due bambini della foto hanno una pistola in mano e dicono ‘’e sparamm ‘mmocc a tutt quant’ – dice – È bruttissimo perché quel bambino non sa nemmeno che cosa sta facendo, ma i suoi genitori lo sanno bene. Quella foto mi ha addolorato perché dietro c’è una figura genitoriale che ha fatto truccare i due bambini e gli hanno messo in bocca delle parole terribili. Sento che c’è un momento di fragilità sociale rispetto alla camorra, non a Gomorra». 
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