Emergenza babygang, terapia d'urto a scuola: progetto capofila nel rione Sanità

Emergenza babygang, terapia d'urto a scuola: progetto capofila nel rione Sanità
di Nico Falco
Venerdì 9 Febbraio 2018, 10:41
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Si riparte dalle scuole, nel loro ruolo di aggregazione e di educazione, per combattere alla radice il fenomeno delle baby gang. Prevenzione, prima che repressione. E, a breve, ci sarà il primo passo: l'incontro tra istituzioni, forze dell'ordine e i dirigenti scolastici per approntare una strada comune. È il frutto della riunione di insediamento del Tavolo interistituzionale per il coordinamento delle iniziative per la prevenzione e il contrasto della violenza giovanile, che fa seguito alla riunione del Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica del 16 gennaio scorso, a cui avevano partecipato il ministro dell'Interno Marco Minniti e i vertici nazionali delle forze dell'ordine.

Tra i focus individuati c'è innanzitutto il compito della scuola, che assumerà un punto centrale, e verrà data particolare attenzione anche alla lotta alla dispersione, ancora molto alta in alcuni quartieri cittadini. Previsto anche un monitoraggio sulle strutture di accoglienza per minorenni. Capofila per il progetto sarà il rione Sanità, definito dal prefetto Carmela Pagano «un quartiere simbolo nel bene e nel male, per gli aspetti negativi che lo hanno caratterizzato negli scorsi mesi ma anche per il forte associazionismo e la voglia di riscatto di chi ci abita».
 


L'avvio del progetto, che consiste nell' «accompagnamento» di 400 ragazzi a rischio prima verso la scuola e poi con percorsi formativi e lavorativi, è previsto per giugno 2018, mentre il primo incontro con i dirigenti scolastici si terrà nelle prossime settimane, subito dopo le elezioni, e servirà ad affinare la mappa del rischio, individuare moduli di comunicazioni standardizzati e dare attuazione alla recente legge sul cyberbullismo; di pari passi sono previste implementazioni della videosorveglianza nelle aree ritenute maggiormente a rischio. Alla riunione hanno preso parte Lucia Fortini, assessore alle Politiche sociali della Regione Campania, il sindaco Luigi de Magistris, gli assessori comunali Annamaria Palmieri, Roberta Gaeta e Alessandra Clemente, con deleghe rispettivamente all'Istruzione, alle Politiche Sociali e alle Politiche giovanili, Patrizia Esposito, presidente del Tribunale per i minorenni, Maria de Luzenberger, Procuratore della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni, Luisa Franzese, direttore dell'Ufficio scolastico regionale, il questore Antonio de Iesu, i comandanti provinciali dei carabinieri e della Guardia di Finanza, Ubaldo del Monaco e Gianluigi d'Alfonso, in rappresentanza dell'Autorità di gestione del Pon Legalità del ministero dell'Interno, il prefetto Alessandra Guidi.
 
«Vogliamo comprendere bene il fenomeno dice il prefetto Pagano capire cosa c'è dietro questa violenza, soprattutto quando è immotivata. È un aspetto che non è sufficientemente approfondito dalla cultura scientifica. Per questo il nostro intervento sarà a tutto tondo, chiederemo anche una collaborazione a livello universitario e a istituti di ricerca sociale». Le linee di intervento concordate comprendono il progetto «sicurezza giovani», con cento unità delle forze dell'ordine assegnate a Napoli e già attive per prevenire episodi di criminalità commessi da giovanissimi; la creazione di una rete istituzionale che colloqui costantemente e verifichi i risultati delle azioni messe in campo; la formazione di nuclei di educatori di strada, in grado di dialogare con un approccio adeguato coi minori a rischio; la predisposizione di un protocollo di intesa tra magistratura minorile e istituzioni varie, anche questo già in corso, per l'adozione di misure a tutela dei minori, nel caso di genitori inadeguati al compito, che possono spaziare dall'intervento degli assistenti sociali all'allontanamento dalla famiglia; l'attuazione di azioni di sensibilizzazione e coinvolgimento delle famiglie, anche puntando sull'associazionismo; l'organizzazione di iniziative culturali e di comunicazione, con il contributo degli organi di informazione e col coinvolgimento dei giovani; creazione, presso la Prefettura, di un Osservatorio dedicato al fenomeno.

E, ancora, c'è You Pol, l'applicazione per smartphone della polizia di Stato presentata ieri mattina in questura. Il programma, disponibile sia per Android sia per iPhone, permette, con una grafica semplice e intuitiva, di segnalare anonimamente alle forze dell'ordine un reato in corso, con particolare attenzione per lo spaccio di droga e il bullismo. Tramite questo nuovo strumento l'utente, senza l'obbligo di registrarsi, può inviare un messaggio di testo con fotografia allegata che verrà in tempo reale esaminato dalla centrale operativa dell'Ufficio prevenzione generale della questura, che grazie alle coordinate gps predisporrà tempestivamente l'intervento delle volanti e raccoglierà i dati come spunto di indagine.
 

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