I geologi: «Bagnoli come la Solfatara
metalli nell'acqua di natura vulcanica»

I geologi: «Bagnoli come la Solfatara metalli nell'acqua di natura vulcanica»
di Rossella Grasso
Venerdì 9 Febbraio 2018, 18:35
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In Campania sono 3.972 i siti potenzialmente contaminati, 532 quelli da bonificare inseriti o inseribili nell'anagrafe e di questi solo 7 sono già stati bonificati. Dati che denunciano una situazione critica del territorio, un'emergenza che geologi, chimici e agronomi hanno messo sotto i riflettori durante il primo convegno congiunto a tema «Piani di caratterizzazione e bonifiche in Regione Campania». «La prima esperienza di attività formativa multidisciplinare – hanno dichiarato, congiuntamente i presidenti dei tre ordini professionali - ha dato i risultati sperati. Agronomi, chimici e geologi hanno confermato che il lavoro di squadra può ottimizzare i tempi e i costi degli interventi di bonifica ed esaltarne l’efficacia. A breve si passerà dalla fase informativa a quella formativa, con la programmazione di veri e propri corsi di formazione e specializzazione per tutti i professionisti impegnati nel settore ambientale, in un’ottica multidisciplinare. L’obiettivo comune è quello di restituire alla collettività un territorio salubre, in grado di incentivare un processo virtuoso di sviluppo eco-sostenibile».



Sotto la lente d'ingrandimento è finita la drammatica situazione di Bagnoli. Lo studio approfondito del territorio ha portato a una rivelazione sulla contaminazione delle acque di Bagnoli. «Le acque della falda – ha detto Luciano Ferrara, chimico e consulente ambientale, già docente di Chimica dell’Ambiente e coordinatore del master di II livello in Rischio Ambientale, Analisi e Monitoraggio per la Bonifica di Siti Contaminati dell’Università di Napoli Federico II -  che scorrono sotto l'area di Bagnoli sono acque che sono state definite contaminate perché contengono dei metalli come l'arsenico, il ferro, manganese, alluminio etc. In conseguenza di questo stato di cose, è stata costruita una barriera verticale che scende giù a 15 metri di profondità bloccando il flusso della falda ritenuta contaminata. Con dei costi importanti  si sono utilizzate delle pompe per ritirare  l'acqua e portarla a depurazione. In realtà queste acque presentano livelli alti di metalli, ma il contributo è dovuto all'emergenza di acque profonde di natura vulcanica che notoriamente contengono questo tipo di metalli. In pratica è come se si volesse depurare l'area della Solfatara che ha la stessa problematica».«Si tratta di un territorio di per se geologicamente molto complicato - ha spiegato Lucio Amato, Geologo - Bisogna studiarlo bene, senza sottovalutare alcun elemento dal punto di vista geologico, idrogeologico e chimico. Per la bonifica ci vogliono tecnici e ditte specializzate. Il problema ambientale è di tutti e non si può affrontare al massimo ribasso».
 


Dal convegno è partito un appello da parte dei tecnici verso le istituzioni e i cittadini a porre maggiore attenzione alla tematica dell'inquinamento. «Oltre ai rischi naturali che in questa regione sono di tutti i tipi ci sono anche i rischi antropici dovuti all'inquinamento. Nel corso di questi anni poco o nulla è stato fatto per sanare questa cicatrice del territorio che si ripercuote sul sociale da molti anni. Noi Geologi con questo convegno vogliamo mettere insieme non soltanto le tre categorie per provare a scardinare questa prassi inconsueta e questo continuo tacere sulle problematiche reali del territorio e lanciamo un messaggio: un territorio sano è attrattore di investimenti, un territorio malato come quello della Campania non attrae nessuno, anzi, il degrado è esponenziale, si arriva sempre di più a un territorio che è in piena crisi. Le istutuzioni, i cittadini e quanti atri dovrebbero fare uno sforzo insieme a noi professionisti per tentare di rilanciare in tutto e per tutto questo territorio che è una bellezza unica nel mondo».
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