Il 13 febbraio per gli antichi romani «le anime dei defunti giravano liberamente tra i vivi»

Il 13 febbraio per gli antichi romani «le anime dei defunti giravano liberamente tra i vivi»
di Susy Malafronte
Martedì 13 Febbraio 2018, 12:13
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Pompei. Il 13 febbraio per gli antichi romani «le anime dei defunti giravano liberamente tra i vivi». Il «cinguettio» delle credenze della Roma di Ovidio arriva dal Parco Archeologico di Pompei che twitta le usanze dei pompeiani della città archeologica e conquista centinaia di Follower. «Il #13febbraio nell'antica Roma avevano inizio i #Parentalia, un periodo di nove giorni dedicato alla celebrazione dei defunti della famiglia, che aveva termine il 21, che era il giorno della vera e propria festa dei morti».  

Le usanze delle famiglie degli antichi pompeiani, fin dai tempi più remoti di offrire nelle proprie case sacrifici, banchetti e pii omaggi ai defunti nel giorno anniversario del decesso, si diceva parentatio. Da privato divenne culto pubblico con feste che furono chiamate «Parentalia», la cui istituzione fu attribuita ad Enea o a Numa. Le cerimonie festive in onore dei defunti avevano inizio, appunto, il 13 febbraio ed erano chiuse il 21 successivo con la festa delle «Feralia».

Vi prendevano parte i magistrati, dopo aver deposto le loro insegne. Benché le feste fossero celebrate in onore di tutti i defunti della città, le singole famiglie coglievano l'occasione per onorare in particolare i propri. In molte iscrizioni sepolcrali è stato tramandato il testo di disposizioni testamentarie, e di fondazioni di privati, di collegi o di città per la celebrazione del 13 febbraio delle «Parentalia» in onore di persone defunte. 
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