Pietre e bombe carta contro la polizia, l'ira di de Magistris: «Stop alla propaganda fascista»

Pietre e bombe carta contro la polizia, l'ira di de Magistris: «Stop alla propaganda fascista»
Lunedì 19 Febbraio 2018, 12:26 - Ultimo agg. 15:18
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«Chi aspettano il ministro dell'Interno e lo stesso governo per porre fine alla propaganda fascista nel nostro Paese?». Lo chiede il sindaco di Napoli Luigi de Magistris commentando quanto avvenuto ieri sera in concomitanza con una manifestazione elettorale di Casapound in un hotel nei pressi della Stazione centrale. La contro-manifestazione degli attivisti dei centri sociali è terminata con scontri con le forze dell'ordine, circa 20 attivisti portati in Questura e denunciati e 5 rappresentanti delle forze dell'ordine feriti.



«La Costituzione - dichiara de Magistris - pone fuori legge le organizzazioni che fondano la loro ideologia sul fascismo e, quindi, sull'odio razziale e del diverso come pericolo per la razza ritenuta, in modo aberrante, superiore. Napoli è città della resistenza popolare al nazifascismo. Napoli è città medaglia d'oro al valor militare per le Quattro Giornate del settembre del 1943, quando una rivolta di popolo sconfisse il potente esercito nazifascista. Prima città d'Europa a liberarsi con il suo popolo dal nazismo e dal fascismo». 

Secondo de Magistris, «se si continuano a consentire comizi e manifestazioni neofasciste facendole passare per esercizio della democrazia significa autorizzare l'inizio della fine della democrazia. È da qui che si crea il clima brutto che si respira e che deve essere sconfitto. L'eversione non può divenire normalità. Vogliamo Stato e popolo uniti a difesa della Costituzione e dei suoi valori antifascisti inviolabili. Napoli prima, ora e sempre antifascista», conclude.
 


Sul caso tornano anche gli attivisti dei centro sociali con una nota firmata da antifasciste e antifascisti napoletani: «Nella giornata di ieri - scrivono - un corteo antifascista che ha visto protagoniste centinaia di persone tra studenti e studentesse, lavoratori e lavoratrici, disoccupati e precari ha sfilato per la città. Volevamo ribadire il nostro no e la nostra totale opposizione a ogni forma di razzismo, sessismo e fascismo mentre Simone Di Stefano e Casapound Italia tenevano un comizio presso l'hotel Ramada. Le forze dell'ordine hanno attaccato con la massima violenza chi era fino in quel momento in corteo. La questura di Napoli ha di fatto bloccato l'intera città, chiudendo al pubblico l'intero corso Galileo Ferraris con reti metalliche e idranti, congestionando il traffico».

«A pochi passi dell'Hotel Ramada - si evidenzia ancora - ci sono state delle pesanti cariche avvenute in una situazione di momentaneo stallo, che hanno portato al ferimento di una decina di persone (tra cui una persona con due dita rotte, una col naso rotto, e un'altra con 4 punti in testa) e al fermo di 23 persone, di cui la maggior parte giovanissimi (alcuni minorenni), bloccati, perquisiti faccia al muro e tradotti in questura. Come se non bastasse, allo spostamento del corteo presso la Questura per chiedere l'immediato rilascio dei compagni e delle compagne arrestate, sono seguite ulteriori cariche partite dall'accorrente reparto di carabinieri». Si è in presenza di «una gestione dell'ordine pubblico atta a reprimere duramente e con la forza».
 
 

«Condanniamo la violenza espressa dalle forze dell'ordine, sempre fieri di difendere l'affermazione di politiche repressive e razziste. Fuori i fascisti da ogni luogo. Solidali e complici con i compagni e le compagne arrestate. Oggi pomeriggio diamo una risposta al clima di odio e repressione messo in atto dai fascisti e dai loro amici in divisa: convochiamo un'assemblea cittadina aperta a tutte e tutti per oggi pomeriggio alle ore 16 a palazzo Giusso», conclude la nota.

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