Fabrizio Corona esce dal carcere e va in comunità: «Ho aspettato troppo»

Fabrizio Corona esce dal carcere e va in comunità: «Ho aspettato troppo»
Mercoledì 21 Febbraio 2018, 13:37 - Ultimo agg. 22 Febbraio, 07:49
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Fabrizio Corona esce dal carcere e torna in una comunità terapeutica. Lo ha deciso il tribunale di sorveglianza di Milano che ha concesso all'ex fotografo dei vip l'affidamento terapeutico in una comunità a Limbiate, nel Milanese. Il giudice della Sorveglianza di Milano, Simone Luerti, accogliendo un'istanza del legale dell'ex agente fotografico, l'avvocato Antonella Calcaterra, ha concesso l'affidamento provvisorio e terapeutico in una comunità. I suoi legali hanno sempre messo in luce, infatti, il suo stato di ex tossicodipendente. La stessa richiesta, che in quel caso però riguardava una comunità nel Bresciano, era stata respinta lo scorso 13 settembre da un altro giudice della Sorveglianza, Beatrice Crosti. Ora il provvedimento emesso, che permette a Corona di uscire già oggi da San Vittore, dovrà essere, però, confermato in un'udienza davanti a un collegio della Sorveglianza a fine marzo. Il giudice Crosti aveva deciso mesi fa che l'ex 're dei paparazzì doveva rimanere in carcere, dato che, scriveva, ci sono «concreti elementi» che testimoniano la sua «attuale pericolosità sociale». 
 


Fabrizio Corona ha «una forte motivazione personale ad intraprendere il percorso di cura» dalla dipendenza dalla cocaina e il «tempo trascorso nell'ultima detenzione sembra aver dispiegato un effetto deterrente assai importante». Lo scrive il giudice della Sorveglianza di Milano, Simone Luerti, nel provvedimento con cui, accogliendo l'istanza dei legali Antonella Calcaterra e Luca Sirotti, ha concesso l'affidamento terapeutico all'ex agente fotografico, sottolineando, tra le altre cose, che «allo stato non sussiste il pericolo di fuga». Per il giudice «all'esito di questo percorso faticoso», ossia gli ultimi 16 mesi passati in carcere dopo essere stato arrestato di nuovo nell'ottobre 2016, Corona ha «acquisito sufficiente consapevolezza per trarre tutto il beneficio per sé e per la propria famiglia di quell'effetto 'paradossalè (e quindi positivo) della carcerazione», ossia la «interruzione di 'un'escalation (come segnalato in una relazione, ndr) che avrebbe potuto avere un esito decisamente infausto».

«Sono contento di essere uscito, ringrazio il magistrato, ma sono anche incazzato per la fatica, perché ci sono voluti 16 mesi ad ottenere ciò». Sono le prime parole di Fabrizio Corona, uscito dal carcere milanese di San Vittore, riferite dal suo legale, l'avvocato Ivano Chiesa. Il difensore ha fatto notare anche lui la «fatica» per ottenere la scarcerazione. «Potevano bastare 16 giorni non 16 mesi», ha detto.

Il legale ha spiegato che a Corona il giudice ha concesso un «affidamento terapeutico semiterritoriale», ossia da mattina a sera dovrà restare nella comunità di Limbiate e poi potrà tornare a casa a dormire, mentre «la domenica dovrà restare in casa».
Nelle prescrizioni il giudice ha vietato all'ex 'fotografo dei vip' di «usare i social, di telefonare ad altre persone» che non siano i suoi legali e i familiari, «di rilasciare interviste e di diffondere immagini». Il legale ha sottolineato che Corona, come ribadisce ormai da tempo, «è un altro uomo, ha una maggiore consapevolezza e in questi anni ha pagato 8 milioni di euro di tasse». Il 27 marzo prossimo ci sarà un'udienza davanti al Tribunale di Sorveglianza in composizione collegiale per discutere la conferma del provvedimento di oggi, ma anche la richiesta della difesa (è assistito dai legali Antonella Calcaterra e Luca Sirotti) di revocare la decisione con cui i giudici, mesi fa, gli tolsero l'affidamento in prova. «Corona - ha spiegato Chiesa - ha già scontato 5 anni e 5 mesi sugli 8 anni e 8 mesi di cumulo totale delle pene e se la Sorveglianza dovesse revocare quel provvedimento gli rimarrebbero da scontare due anni».

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