Il mondo nuovo oltre le paure:
ecco l'Intelligenza artificiale

Il mondo nuovo oltre le paure: ecco l'Intelligenza artificiale
di Antonio Pescapè *
Mercoledì 28 Febbraio 2018, 11:45
6 Minuti di Lettura
Qualche settimana fa, il CEO di Google Sundar Pichai sollecitato a rispondere riguardo l'impatto dell'Intelligenza Artificiale sul lavoro e sulla paura che la società nutre nei confronti di questa tecnologia, l'ha paragonata in termini di portata ed importanza a scoperte come il fuoco.

Ho letto dell'intervista di Pichai proprio nei giorni in cui con mio figlio Luigi (Luigi ha otto anni e frequenta la terza elementare) stavamo studiando la scoperta del fuoco da parte dell'uomo, la sua importanza, le sue prima applicazioni e la prima sensazione provata dagli uomini subito dopo la sua scoperta: la paura. Paura per qualcosa di ignoto, paura di scottarsi, paura di bruciarsi. Ma con Luigi abbiamo studiato che sono state poi l'ingegno e la fantasia dell'uomo che hanno reso possibile l'utilizzo del fuoco - inizialmente visto solo come un pericolo come strumento per riscaldarsi, per illuminare le notti e le caverne, per cucinare ed alimentarsi, per difendersi, per costruire arnesi e così via.

Così come Pichai, altri esperti hanno fatto altrettanto ed hanno paragonato l'impatto che l'Intelligenza Artificiale avrà sul prossimo futuro ad altre importanti scoperte ed innovazioni. C'è chi l'ha paragonata a qualcosa che modificherà la società così come hanno fatto in passato l'elettricità e la macchina a vapore. C'è chi la accomuna a qualcosa di più recente e paragona l'impatto dell'Intelligenza Artificiale a quello che Internet ha avuto sulla società e l'economia nel più recente passato.

Fuoco, elettricità, macchina a vapore e Internet perché se anche questi accostamenti fossero veri per metà, siamo di fronte a qualcosa che cambierà radicalmente il nostro modo di vivere e lavorare, a qualcosa che cambierà il mondo così come lo conosciamo oggi. Se ne sono accorti in tanti in giro per il mondo. Se ne sono accorti i paesi arabi che hanno capito che i dati e gli algoritmi saranno il petrolio del terzo millennio e si sono mossi con investimenti ed azioni di grande lungimiranza al punto da istituire a fine 2017 negli Emirati Arabi il Ministero dell'Intelligenza Artificiale. Se ne sono accorti in Cina stato che già vanta un ministero per l'Industria e le Tecnologie Informatiche - dove gli investimenti pubblici e privati in questo ambito sono incredibili e stanno aumentando sempre più (Google, ad esempio, ha aperto un centro di ricerca per l'Intelligenza Artificiale a Pechino). Se ne sono accorti in Corea del Sud dove il Ministry of Science, ICT and Future Planning attraverso una partnership pubblico-privata ha finanziato con 840 milioni di dollari un programma decennale in questo ambito tecnologico.
Fuoco, elettricità, macchina a vapore e Internet perché di strada - dai primi esperimenti di Intelligenza Artificiale di Alan Turing e Marvin Minsky - ne è stata fatta davvero tanta. Turing che nel 1950 presentò, in un articolo dal titolo Computing Machinery and Intelligence, un gioco (Imitation Game) nel quale l'obiettivo di un interrogatore era quello di distinguere un essere umano da un computer ponendo loro una serie di domande e leggendo poi le risposte fornite; i tre erano in tre stanze diverse, l'obiettivo del computer era quello di convincere l'interrogatore che l'umano era lui. E di strada, da questo primo esperimento, ne è stata fatta tanta anche perché al principale obiettivo dell'intelligenza artificiale (comprensione di un compito e del modo di ragionare dell'uomo) negli anni si è affiancato quello dell'apprendimento; mentre inizialmente si pensava fosse impossibile automatizzare un compito prima di averlo compreso nei dettagli, questo oggi non è più vero: oggi le macchine possono imparare da sole. E ciò accade proprio oggi perché da un da lato c'è stato uno sviluppo enorme degli algoritmi (tutto ciò che va sotto il nome di machine learning, deep learning, ecc.) con la ricerca che in questi ambiti ha raggiunto risultati di assoluto rilievo; dall'altro abbiamo assistito e stiamo sperimentando due fenomeni complementari di enorme importanza per gli algoritmi di apprendimento automatico: la disponibilità di moli di dati incredibili (tutto ciò che spesso anche in modo errato va sotto il nome di big data) e di potenza di calcolo e di memorizzazione altrettanto incredibile. Potenza di calcolo che si sta specializzando tra l'altro in dispositivi e processori specificamente progettati per algoritmi di intelligenza artificiale (come ad esempio quelli della Nvidia).

Fuoco, elettricità, macchina a vapore e Internet perché ciò che già oggi facciamo con l'Intelligenza Artificiale sta radicalmente cambiando praticamente tutti i settori innovando moltissime applicazioni: si parla di Robotica ovunque, spesso dimenticando che è innanzitutto la capacità di un Robot di imparare e comportarsi come un umano che lo rende affascinante e veramente utile; si parla di innovazione in ambito automotive o logistico spesso dimenticando anche qui che è la capacità di apprendere e reagire ad eventi non previsti che rende affascinante e challenging i veicoli a guida autonoma; si parla di digital health spesso dimenticando che è la capacità incredibile di processamento e l'intelligenza automatica che ha reso possibile oggi sperimentazioni in grado di riconoscere i tumori della pelle con la stessa accuratezza dei dermatologi più esperti o di effettuare un referto dalla lettura automatica di esami radiologici alla stregua di un radiologo oppure ancora di predire l'arrivo di un attacco di cuore.

L'intelligenza Artificiale interviene ottimizzando e automatizzando i processi ed è la tecnologia base con cui fare analisi, rilevazione e predizione di trend e pattern. E ciò accade oggi e accadrà ancor di più domani ovunque: gestione del territorio e dell'ambiente, agricoltura, medicina, produzione e vendita, trasporti e gestione delle città, finanza e tanto altro ancora. Tutto ciò cambierà ulteriormente e completamente le nostre vite, ridefinirà totalmente la natura ed il mondo del lavoro; mondo nel quale milioni di posti di lavoro (o mansioni) saranno eliminati, milioni di nuovi posti di lavoro serviranno e saranno creati e molti di più ancora saranno i lavori e le mansioni che si trasformeranno (in alcuni settori più che in altri). Il fatto che grazie alla Intelligenza Artificiale, ai Big Data, al Cloud Computing, all'Internet delle Cose, sistemi automatici stiano diventando capaci di fare diagnosi mediche non significa assolutamente che i medici scompariranno. Significa che il lavoro del medico cambierà, significa avere medici migliori.

Fare previsioni precise è difficile se non impossibile; sostenere oggi che non ci saranno impatti sulla società e sul mondo del lavoro è invece facilissimo: ci saranno, e come.

Io non credo, come dice Yann LeCun (il capo dei laboratori di ricerca sull'Intelligenza Artificiale di Facebook) che certi timori sull'impatto dell'Intelligenza Artificiale siano pura isteria. Anche se una una tecnologia, in linea di principio, può essere considerata eticamente neutra di per sé (e neanche questo è sempre vero), l'uso della tecnologia sicuramente può avere obiettivi e conseguenze eticamente desiderabili o meno. Così come oggi per la gestione del fuoco abbiamo delle regole (non si accendono fuochi liberi nei parchi), degli avvisi (materiale infiammabile), delle misure di sicurezza (estintori, porte taglia-fuoco), delle professionalità specializzate al controllo (vigili del fuoco), così domani dovremo imparare a gestire l'Intelligenza Artificiale. In questo l'intelligenza umana (quella che si teme sia scalzata dall'Intelligenza Artificiale) e le competenze giocheranno un ruolo primario ed imprescindibile. Ed è per questo che io credo che l'Intelligenza Artificiale sia innanzitutto una grandissima opportunità per vivere meglio e più a lungo, per il progresso e lo sviluppo, per sconfiggere e combattere malattie o eventi naturali. Come è stato fatto a Taiwan dove al National Center for Research on Earthquake Engineering nei National Applied Research Laboratories è stato sviluppato un sistema di Intelligenza Artificiale in grado di predire, con tre secondi di anticipo, la magnitudo di un terremoto in arrivo.

Come sostiene anche Stephen Hawking, siamo agli inizi di un mondo nuovo e quello che dobbiamo fare ora è progettare sistemi che facciano esattamente ciò che vuole e che serve all'uomo. Per fare ciò ci vorranno visione e competenze. L'ingegno, le competenze (multidisciplinari e non solo dei più giovani) e la fantasia non ci permettono oggi di fare previsioni certe sul punto di arrivo. Ma quello che è certo è che solo grazie all'ingegno, alle competenze e alla fantasia riusciremo - in una visione antropocentrica ma nel contempo scientifica - a governare i prossimi anni invece di essere governati da essi.

E così, come ha imparato Luigi studiando il fuoco e l'homo erectus, trasformeremo anche noi la paura prima in speranza e poi in concrete opportunità per il presente ed il futuro nostro e dei nostri figli.

* Università degli Studi di Napoli Federico II
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