«La ruota della mia auto distrutta
dalle vergognose buche di Napoli»

«La ruota della mia auto distrutta dalle vergognose buche di Napoli»
Domenica 25 Febbraio 2018, 13:49 - Ultimo agg. 13:52
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Sabato sera. L’orologio segna le 20.00, circa. Via Sponzilli, zona Gianturco, periferia Est di Napoli. Piove. Non tantissimo, in confronto ai giorni di diluvio appena trascorsi. Una macchina percorre la strada imboccata dalla sopraelevata su Via Marina, la strada del mega cantiere, per capirci, quella da mesi in manutenzione. Ma a Via Sponzilli, mezzo chilometro più avanti, la manutenzione è una chimera: la strada è praticamente crollata, ridotta a formaggio fuso dalla pioggia, altro che colabrodo. Basta percorrerla a velocità “cittadina” prendendo in pieno una di quelle voragini al centro della carreggiata, per distruggere completamente la ruota anteriore destra di un’utilitaria. Distrutta. Cerchione compreso. E c’è da ringraziare che non si sia andati a sbattere da qualche parte, un’altra macchina ad esempio. Scendere per controllare cosa sia accaduto è un atto di coraggio, specie se alla guida c’è una donna, se è da sola e se la strada è brutta davvero: davanti c’è il ponte della Circumvesuviana, stazione di Gianturco. Sotto, il sottopassaggio notoriamente allagato in caso di pioggia.
 
 

Intorno, il silenzio interrotto dalle macchine che corrono, quasi incuranti del pericolo che stanno correndo ad attraversare quel macello stradale chiamato “Via”. Chiamare i vigili è la prima cosa che viene in mente. Richiamare, perché la prima volta non ha risposto nessuno. Insistere, parlare con un vigile urbano che l’unica cosa che saprà dire, quasi mortificato è che pattuglie non ce ne stanno, l’ultima disponibile sta presidiando un’altra buca ma alle 22 terminerà il servizio e amen. Dopo la protezione civile cercherà di ripararle alla meglio, consapevole che poi si romperanno di nuovo. Inutile anche fare denuncia: nessuno pagherà quei danni, di certo non il Comune di Napoli e non in tempi umanamente ragionevoli, sicuramente. Quindi, nemmeno a pensarci. La seconda telefonata è un familiare: nessuna donna può cambiare una ruota distrutta in quella strada, a quell’ora. Una strada che 100mt più avanti è il regno della clientela delle prostitute della zona. Quindi, no, non si può restare fuori dall’auto tanto tempo. Quindi, si può solo rientrare in macchina, chiudere le sicure e aspettare. Quelle stesse sicure che saranno la salvezza da una cronaca ben peggiore, che impediranno ad un uomo sulla quarantina, cappello in testa e giubbotto chiaro, sceso dalla vesuviana, di aprire la portiera del posto passeggero, nonostante l’averci provato, nonostante i pugni sbattuti sul vetro, per romperlo, nonostante le urla della donna, che però nessuno può sentire. La macchina non può muoversi: davanti c’è un’altra buca, questa segnalata alla meglio, dietro le macchine che corrono e la ruota che è distrutta. A salvarla da una rapina o da ben peggio, l’arrivo fortuito del familiare arrivato in tempo, del fratello che mette in fuga lo sconosciuto. Accade a Napoli. È accaduto ieri sera, in Via Sponzilli, zona Gianturco, periferia est di Napoli. Cronaca di una serata di ordinario degrado urbano e di straordinaria paura umana. 

Tra una settimana si vota. Tra una settimana si mandano uomini e donne in Parlamento, con il compito di portare in quell’aula i bisogni dei votanti del territorio, dei cittadini e delle cittadine, che hanno bisogno di sicurezza, di non tremare di paura temendo l’inimmaginabile se l’auto si ferma perché ha la ruota distrutta da una buca profonda. Ecco, queste sono le promesse che nessun politico fa ma che Napoli, i napoletani e soprattutto le napoletane, hanno disperatamente bisogno che vengano mantenute. 

Lettera firmata, Napoli
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